WASHINGTON. Gli americani a cui sono stati rubati dati e informazioni private a causa del cyberattacco ai danni dell'Ufficio della gestione del personale del governo statunitense sono oltre 25 milioni: sei volte di più di quanto dichiarato in precedenza. È quanto affermano fonti ufficiali Usa. L'amministrazione Obama aveva accusato dell'attacco la Cina. In una nota dello Us Office of Personnel Management si spiega come nel corso di due massicci attacchi avvenuti lo scorso anno sono stati rubati dati molto sensibili, come il numero della Social Security (il corrispettivo del nostro codice fiscale) ad almeno 21,5 milioni di americani nel primo caso e a 4,2 milioni nel secondo.
Molte di queste persone sono dipendenti, ex dipendenti o aspiranti dipendenti federali che dal 2000 in poi si sono sottoposti ai controlli preventivi da parte del governo che ne doveva valutare l'idoneità. Tra questi anche uomini dell'intelligence. Ma a far crescere in modo esponenziale il numero degli americani colpiti dal cyberattacco è il fatto che negli archivi informatici violati vengono conservati anche i dati dei familiari delle persone sottoposte a controllo. Gli hacker hanno sottratto dati personali dalla rete dell'ufficio della gestione del personale del governo americano fra il maggio 2014 e l'aprile 2015, entrando grazie alle credenziali di un contractor. Lo riferisce un esponente dell'amministrazione americana, sottolineando che al momento non ci sono indicazioni sul fatto che i dati rubati siano stati usati per commettere crimini.
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