PALMIRA. Venticinque soldati siriani inginocchiati, alle loro spalle altrettanti giovani, alcuni ragazzini di forse 13 o 14 anni, che li uccidono con un colpo alla nuca. Sono queste le immagini scioccanti di un video diffuso oggi da siti vicini all'Isis, riprese nell'antico anfiteatro romano di Palmira, caduto nelle mani dello Stato islamico con tutto il sito archeologico il 20 maggio scorso. Nel video, ricevuto dall'ong Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), non viene precisata la data. Non è chiaro dunque se si riferisca all'esecuzione di almeno 20 soldati avvenuta nello stesso anfiteatro il 27 maggio scorso, di cui aveva dato notizia l'Ondus. L'esecuzione documentata nelle immagini avviene davanti a una grande bandiera nera dell'Isis. Sulle gradinate dell'anfiteatro si vedono centinaia di uomini in abiti civili che assistono. In occasione dell'uccisione dei soldati del 27 maggio l'Ondus aveva detto che diversi abitanti della zona erano stati costretti a recarsi all'anfiteatro e a fare da spettatori. I primi piani in cui vengono inquadrati i volti di alcuni dei soldati che stanno per essere giustiziati mostrano che potrebbero essere stati picchiati. Un altro video ricevuto dall'Ondus mostra anche l'esecuzione di un altro soldato avvenuta tramite decapitazione nella prigione centrale nella parte moderna di Palmira, già tristemente famosa per essere stata usata per anni dal regime per rinchiudervi gli oppositori in condizioni durissime. L'edificio è stato poi fatto saltare in aria dai miliziani del Califfato. Il sito archeologico di Palmira, con i suoi colonnati romani del I e II secolo dopo Cristo, è caduto nelle mani dei jihadisti durante un'offensiva lanciata per conquistare questa oasi in posizione strategica lungo l'autostrada tra Homs e Dayr az Zor, sulla direttrice Est-Ovest. Il mese scorso si è diffusa la notizia che i jihadisti avevano minato le rovine, facendo temere che potessero distruggerle, come già fatto in siti archeologici in Iraq, in particolare a Hatra, Nimrud e nel Museo di Mosul. Nei giorni scorsi Mamoun Abdelkarim, direttore delle antichità siriane, ha detto che i miliziani dell'Isis hanno distrutto una statua del I secolo avanti Cristo raffigurante la dea preislamica Al Lat sotto forma di leone. Lo Stato islamico ha anche detto di avere distrutto alcuni busti romani trovati in possesso di un contrabbandiere nella provincia di Aleppo. Ma l'Ondus afferma che si trattava di «falsi».