Quasi 10 milioni di greci chiamati al voto, scattato il referendum cruciale per il salvataggio del Paese
ATENE. Si sono aperti stamani alle 7 ora locale in Grecia (le 6 in Italia) e si chiuderanno alle 19 i seggi dove i cittadini con più di 18 anni sono chiamati ad esprimere il loro parere nel cruciale referendum indetto dal premier Alexis Tsipras sulle proposte dei creditori di Atene in cambio di ulteriori finanziamenti per il salvataggio del Paese. Il premier greco Alexis Tsipras è giunto al suo seggio elettorale, accolto da una folla enorme di giornalisti e curiosi. Camicia bianca, sorridente, il primo ministro è entrato a votare senza rilasciare dichiarazioni. «Oggi è un giorno di festa, perchè la democrazia è una festa», ha detto Alexis Tsipras dopo aver votato, «perchè si può ignorare la decisione di un governo, ma non la decisione di un popolo». «Da domani apriamo la strada per tutti i popoli d'Europa. Oggi la democrazia batte la paura», ha dichiarato Alexis Tsipras uscendo dal seggio, dove ha scherzato con gli scrutatori perchè non riusciva a piegare la scheda. Gli aventi diritto al voto sono circa 9,8 milioni - dei quali 108.371 votano per la prima volta - e i seggi quasi 19mila. Gli elettori riceveranno due schede: la prima contiene una domanda relativa al referendum con due caselle che dovranno essere contrassegnate da una croce sul 'sì' o sul 'no' e l'altra in bianco. Il quesito su cui i greci sono chiamati a dire sì (nai) o no (ochi) è il seguente: "Referendum del 5 luglio 2015. Deve essere accettato il progetto di accordo presentato da Commissione europea, Bce e Fmi nell'Eurogruppo del 25 giugno 2015, composto da due parti che costituiscono la loro proposta? Il primo documento è intitolato 'Riforme per il completamento dell'attuale programma ed oltre' ed il secondo 'Analisi preliminare per la sostenibilita' del debito'". Non sono previsti exit poll e le prime proiezioni attendibili dovrebbero essere disponibili attorno alle 21 locali. Affinché il risultato del referendum sia valido è necessario che vi prenda parte almeno il 40% del corpo elettorale. La parola passa ora ai greci. Con il Sì e No praticamente alla pari in tutti i sondaggi, la breve campagna per il referendum che deve accettare o respingere gli accordi con i creditori internazionali della Grecia si è conclusa stasera con due manifestazioni parallele e contemporanee: una, per il No, nella piazza Syntagma, l'altra, per il Sì, nello stadio Kallimarmaro. Una sfida tra piazze affollate e determinate mentre l'economia del Paese annaspa, le banche restano chiuse con lo spettro della fine della liquidità già martedì, e l'incertezza sul futuro che regna sovrana. "Quello che i creditori stanno facendo con la Grecia ha un nome solo: terrorismo". Così il ministro delle Finanze greco Yanis Varoufakis in un intervista a El Mundo. "Quello che posso dire - prosegue Varoufakis - è che tutto quello che sta accadendo in Grecia in questi giorni lo avevano preparato fin dall'inizio, che già 5 mesi fa era pronto un piano per farla finita con un governo che non accettava di farsi ricattare 'dall'establishment' europeo". Nella lunga intervista concessa al quotidiano iberico il ministro dell'Economia spagnolo ha ribadito la sua convinzione che se vincerà il 'no' il primo ministro Alexis Tsipras si recherà lunedì a Bruxelles, firmerà un accordo - "non fantastico ma migliore di quello proposto - e "martedì riapriranno le banche". "Nella mia prima riunione dell'Eurogruppo - ha ricordato - il presidente Jeroen Dijsselbloem mi ha detto chiaramente che avevamo solo due opzioni: firmare l'accordo che il precedente governo aveva accettato o affrontare la fine del programma di aiuti. Gli ho chiesto se mi stesse minacciando con il 'Grexit' nella nostra prima riunione. Perché sappiamo tutti che tagliare il programma di aiuti significava obbligarci a chiudere le banche". "Questa Europa - ha poi sottolineato - non ama la democrazia. Se ci avessero concesso una piccola estensione al programma di aiuti avremmo svolto il referendum con le banche aperte, invece ci hanno costretto a chiuderle. E perché lo hanno fatto? Per instillare la paura nella gente. Questo fenomeno si chiama terrorismo. Però io confido che la paura non vincerà". "Gli italiani non devono avere paura" della crisi greca: lo afferma, al Tg5, il presidente del Consiglio, Matteo Renzi. "L'Italia non ha paura di conseguenze specifiche sul nostro Paese", sottolinea. Se prima Italia e Grecia "erano compagni di sventura, ora non è più così". "Noi siamo quelli che risolvono i problemi, non il problema". Ad aumentare la tensione alla vigilia del decisivo voto della Grecia arrivano le voci, raccolte dal Financial Times, secondo le quali gli istituti bancari ellenici sarebbero pronti a un prelievo forzoso dai depositi bancari dei contribuenti. Voci smentite dal ministro delle Finanze Varoufakis che le ha definite "maliziose". Intanto ieri sera il premier Alexis Tsipras è sceso in piazza per fare un appello per il no che i sondaggisti danno in un testa a testa con il sì. IL PRELIEVO FORZOSO - Le banche greche stanno preparando dei piani di emergenza che comprendono un prelievo forzoso sui conti correnti nel caso in cui la crisi si avviti. Lo sostiene il Financial Times, che cita fonti degli istituti finanziari e del mondo degli affari ellenici. Nel caso di almeno una banca - specifica il quotidiano della City di Londra - il 'balzello' potrebbe toccare il 30% sui depositi superiori a 8mila euro. Il piano, sottolinea il Financial Times, ricalcherebbe quello varato da Cipro nel 2013 sui depositi superiori ai 100mila euro, che poi è la soglia protetta dalla direttiva Ue sul risparmio. La Grecia, però, ha solo 3 miliardi di euro a copertura del fondo assicurativo: cifra ritenuta insufficiente a coprire le richieste di rimborso in caso di crack. "Pochi depositi superiori a 100mila euro sono rimasti in Grecia visto la fuga di capitali avvenuta negli ultimi mesi", dice una delle fonti al Ft. "Quindi ha senso imporre una 'sforbiciata' ai depositi più bassi come parte della misura per ricapitalizzare il sistema: potrebbe anche essere presentata come una tassa una-tantum". "Il prelievo avverrebbe nel contesto di una completa ristrutturazione del sistema bancario greco, nel quadro di un nuovo programma di aiuti", ha detto una fonte familiare con il dossier. "Non è un qualcosa che avverrebbe immediatamente", ha sottolineato. LA REPLICA DI VAROUFAKIS - "L'articolo del Financial Times su un possibile prelievo forzoso dei conti si basa su voci maliziose che l'Associazione delle Banche Greche ha smentito questa mattina". Così il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, su Twitter.