BERLINO. Su una croce di legno di un piccolo cimitero di Montabaur, c'è scritto solo «Andy». È il nome con cui i familiari ricordano Andreas Lubitz, il copilota della Germanwings responsabile del disastro aereo di fine marzo sulle Alpi francesi. In questo luogo, blindato per l'occasione, è stato seppellito segretamente sabato scorso l«Amokpilot', il 'pilota killer', come verrà ricordato da tutti, invece, in Germania. I fiori deposti sono ancora freschi, scrive la Bild, che ha raccontato del funerale che si è tenuto nel fine settimana in una ristretta cerchia di parenti. »Resti nei nostri cuori. Con amore, mamma e papà«, hanno lasciato scritto i genitori. »Mi mancherai, tuo fratello«, si legge su un'altra corona di rose. Mentre la compagna, con cui viveva a Duesseldorf, ha rivelato il tormento che riempie la sua nostalgia: »I momenti più belli della vita sono brevi ? ha scritto - ma i pensieri li trattengono per sempre. E per sempre restano qui tracce della tua vita, dei tuoi pensieri, di immagini e momenti. Mi faranno felice e triste, e non mi faranno scordare di te«. Lubitz a 27 anni cercava modi per farla finita su internet, mentre consultava decine di medici per superare un problema agli occhi, che gli avrebbe verosimilmente fatto perdere la licenza di volo entro pochi mesi, e i disagi psichici che questo comportava. Questo giovane ambizioso, brillante e taciturno, che amava volare più di ogni cosa, ha deciso di togliersi la vita con un gesto eclatante, portandosi via 149 persone che sedevano ignare su quel volo fatale. A bordo di un airbus A320 partito da Barcellona alla volta di Duesseldorf, c'erano anche 16 studenti di un liceo tedesco, che rientravano da un progetto di interscambio. Lubitz ha assunto la guida, mentre il comandante si assentava pochi minuti, per andare in bagno. Quindi ha chiuso il cockpit dall'interno, impedendo il rientro al pilota e ha gestito la discesa di quota che avrebbe portato l'aereo a distruggersi contro una montagna. I dettagli emersi dalle inchieste ? quella francese e quella tedesca ? hanno fatto luce sull'abisso che si era aperto nella mente di quel giovane, che la famiglia oggi ricorda comunque con amore. Intanto, oggi Lufthansa ha fatto sapere di voler pagare 25 mila euro di danni morali per ogni vittima del disastro aereo, cui si aggiungono 10 mila euro per ogni parente stretto e l'istituzione di un fondo da 7,8 milioni di euro per sostenere la formazione dei figli delle vittime. Le prime indiscrezioni su questi risarcimento sono già state foriere di polemiche: secondo il legale di 15 famiglie il risarcimento della compagnia sarebbe »inadeguato«. Sono ancora aperti gli accertamenti sulle responsabilità di chi ha consentito a un ragazzo malato, in possesso di un'idoneità di volo con riserva per precedenti di depressione e tendenze suicide, di guidare un aereo.