Lunedì 23 Dicembre 2024

Usa:"Normalità con Mosca? Solo se rispetteranno gli accordi"

NEW YORK. Il ritorno alla normalità con Mosca, al business as usual, «non sarà possibile» fino a che gli accordi di Minsk non saranno pienamente rispettati dal Cremlino. Così fonti dell'amministrazione Usa commentano con l'ANSA l'incontro tra Vladimir Putin e Matteo Renzi, sottolineando come le conclusioni del G7 svoltosi in Germania lo scorso fine settimana siano «molto chiare» in proposito. Barack Obama guarda con non poca apprensione alle mosse del presidente russo e al tentativo di allentare la pressione esercitata sul suo Paese almeno da parte degli stati europei. Anche in vista del Consiglio dei capi di stato e di governo della Ue in programma entro la fine del mese. Consiglio che però, salvo clamorose sorprese, dovrebbe prorogare le attuali sanzioni nei confronti di Mosca.  È per questo che alla Casa Bianca hanno seguito con grande attenzione la missione di Putin in Italia: «Siamo consapevoli che è venuto a visitare l'Expo di Milano», affermano fonti vicine al presidente americano. Poi, commentando le parole del leader russo (che tra le altre cose ha definito «dannose» le misure restrittive prese nei confronti della Russia), ricordano innanzitutto gli impegni presi «dai leader del G7, compreso il primo ministro Matteo Renzi». Nelle conclusioni del vertice - si ricorda - hanno innanzitutto ribadito la condanna e il non riconoscimento dell'illegale annessione della penisola della Crimea da parte della Russia. Non solo. I potenti del mondo - si sottolinea - si sono impegnati a mantenere le attuali sanzioni fino a che la Russia non rispetti a pieno gli accordi siglati a Minsk, e che per l'amministrazione Usa vengono tuttora violati.  E i leader del G7 hanno anche affermato di «essere pronti a imporre ulteriori significative sanzioni» contro Mosca se ciò si renderà necessario. Per rispondere cioè a nuove aggressioni nell'est dell'Ucraina, spiegano le fonti Usa. L'amministrazione Obama, insomma, non ha nessuna intenzione di mollare nel braccio di ferro col Cremlino. Anzi, il presidente americano deve anche fare i conti con le molte critiche interne, quelle soprattutto di molti esponenti repubblicani di primo piano che giudicano la gestione della crisi ucraina da parte della Casa Bianca troppo debole.

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