NEW YORK. Nuovo cyberattacco contro gli Stati Uniti. A finire nel mirino degli hacker è il sito dell'esercito, che risulta inaccessibile e a rivendicare l'azione risulta essere stavolta il Syrian Electronic Army, che in un messaggio online critica il governo americano definendolo «corrotto», accusandolo di sostenere il terrorismo (anti-Assad) in Siria e invitando i cittadini statunitensi a non «ascoltarlo». Il Pentagono conferma l'intrusione, ma non gli autori. E assicura: «Nessun dato è stato rubato» Per l'esercito americano non si tratta d'altronde del primo attacco hacker, anche se quello odierno è il primo diretto contro la pagina web destinata al pubblico. Lo scorso gennaio hacker ritenuti vicini all'Isis avevano attaccato gli account YouTube e Twitter del Us Central Command, senza però rubare informazioni. Mentre la scorsa settimana un altro pesante attacco ha piegato la rete americana: con un'azione coordinata di pirati informatici che in quel caso, sì, hanno carpito dati di milioni di dipendenti del governo. Un maxi attacco di cui Washington considera responsabili hacker cinesi malgrado le smentire di Pechino. L'incursione di oggi sarebbe stata invece rivendicata da hacker filo-Assad, anche se mancano conferme certe. E arriva a poche ore da un intervento del presidente americano, Barack Obama, proprio sulla cyber sicurezza. Al termine del G7 in Germania, Obama ha infatti rinnovato il proprio invito al Congresso ad agire, inasprendo le norme per la sicurezza informatica. «Posso dire che sappiamo da tempo che vi sono significative debolezze» in termini di cyber sicurezza sia nel «settore pubblico sia in quello privato», ha detto il presidente durante la conferenza stampa finale. «I nostri sistemi sono molto vecchi», ha ammesso, precisando che occorre «essere più aggressivi e più attenti di quanto non lo si sia stati finora». E questo perchè il «problema non sparirà», ma anzi è destinato ad «accelerare». «Questo significa - ha concluso Obama - che dobbiamo essere pronti, aggressivi e con buone risorse, al pari di quelli che tentato di entrare nelle nostre reti». Poche ore dopo, ecco la presunta intrusione degli hacker filo-Assad.