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Strage senza fine in Nepal, il premier Koirala: "I morti potrebbero arrivare a 10.000"

Sono circa un milione i senza tetto dopo il terremoto che ha colpito il Nepal sabato scorso. Sono le stime del ministero dell'Interno riferite oggi dal quotidiano The Himalayan Times

KATHMANDU. Il numero delle vittime del terremoto in Nepal potrebbe arrivare a 10.000: lo ha detto il premier del Nepal Sushil Koirala, secondo quanto riporta il sito della Reuters. Finora i morti accertati sono oltre 4.300 Il bilancio delle vittime del terremoto che sabato scorso ha colpito il Nepal è salito a 4.310 morti e oltre 7.600 feriti. Lo ha reso noto la polizia a Kathmandu.

Il governo ha annunciato di avere identificato i nove distretti nepalesi più colpiti dal sisma per numero di vittime: Sindhupalchowk, Kathmandu, Nuwakot, Dhading, Bhaktapur, Gorkha, Kavre, Lalitpur e Rasuwa. Sono circa un milione i senza tetto dopo il terremoto che ha colpito il Nepal sabato scorso. Sono le stime del ministero dell'Interno riferite oggi dal quotidiano The Himalayan Times. Secondo il Centro nazionale delle operazioni di emergenza (Neoc), circa 6,6 milioni di persone sono state colpite in varia
misura dal sisma in 34 distretti. Diverse località, nelle vallate più remote, sono ancora isolate e non sono state raggiunte dai soccorsi. Il governo stima inoltre che ci siano 400 mila edifici distrutti. Per i soccorsi sono a disposizione 13 elicotteri, tra cui tre inviati dall'India, che sono impegnati a trasportare i feriti
negli ospedali di Kathmandu.

Il primo ministro nepalese Sushil Koirala ha ammesso che le operazioni di soccorso delle vittime del sisma di sabato «non sono state efficaci». Lo ha
detto in una riunione delle forze politiche in Parlamento. Il premier in Parlamento ha detto che il governo «finora non è stato in grado di inviare aiuti nelle aree colpite a causa di problemi logistici e di capacità di coordinamento». Nello stesso tempo, ha però rassicurato che il governo sta
facendo tutto il possibile per accelerare i soccorsi e assistere i senza tetto.
Nonostante l'arrivo di aiuti da paesi stranieri e da diverse organizzazioni umanitarie, la distribuzione di generi di prima necessità, medicine e tende a Kathmandu è stata finora carente e non ha raggiunto tutti i campi di accoglienza.

«Ci sono ancora circa 10/12 persone al Campo 2 che recuperiamo domani» ed «i feriti sono tutti in ambulatorio o in ospedale a Kathmandu. Domani continueranno i voli al Campo base». I feriti trasportati finora dall'Everest «sono tutti in ambulatorio o in ospedale a Kathmandu»: è
l'aggiornamento che l'elicotterista d'alta quota italiano Maurizio Folini ha dato all'associazione Ev-K2-Cnr. Folini scrive da Periche, il villaggio che si trova a oltre 4.000 metri di quota lungo il sentiero che da Lukla porta al Campo base dell'Everest. «Mi sono fermato un momento per problemi meteo», ha scritto. L'elicotterista è arrivato in Nepal domenica con il collega Piergiorgio Rosati e da allora i due sono al lavoro per soccorrere le persone bloccate sull'Everest, tra il Campo base, a quota 5.500, il Campo 1 (6.000) e il Campo 2 (6.500).
Nel frattempo, scrive ancora Folini, «tutti gli elicotteri civili sino stati commissariati dal ministero degli Interni e sono loro che coordinano o cercano di coordinare la situazione». Inoltre «sono arrivati circa 10 elicotteri militari dall'India per prestare aiuto, ma al momento non
volano». «Da Lukla in su - scrive l'elicotterista all'associazione Ev-K2-Cnr - ci sono molti lodge distrutti o danneggiati, e così alcuni tratti di sentieri e
alcuni ponti». Tuttavia, aggiunge «con una serie di sentieri alternativi si riesce ad arrivare a Lukla», la città in cui si trova l'aeroporto che collega la capitale Kathmandu alla Valle del Khumbu percorsa dal sentiero del trekking.
Da Lukla, prosegue Folini, «i voli per Kathmandu sono abbastanza regolari, meteo permettendo. Il telefono funziona malissimo, wifi abbastanza bene ad intermittenza». Se «nella Valle del Khumbu acqua ed elettricità non sono un problema, diversa è la situazione a Kahmandu», dove « ho visto moltissima gente accampata ai bordi delle strade e manca acqua e elettricità, i telefonini non funzionano ed è attiva solo la rete fissa». A Ovest di Kathmandu, prosegue l'elicotterista, «ci sono parecchi piccoli villaggi completamente distrutti, al
momento gli elicotteri militari si occupano di questi villaggi, mentre quelli civili sono impegnati nella zona dell'Everest e del Makalu».

Per quanto riguarda gli italiani (si parla di 40 dispersi) tra ieri notte e stamattina sono stati rintracciati altri 18 italiani che si trovano in Nepal. Lo ha annunciato il responsabile dell'unità di crisi della Farnesina, Claudio Taffuri in diretta su Radio anch'io. Sono ancora 40 gli italiani irrintracciabili in Nepal. Lo riferiscono fonti della Farnesina. I 18 connazionali rintracciati nella notte non fanno quindi parte del gruppo di cui ha parlato ieri il ministero degli Esteri.

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