Giovedì 19 Dicembre 2024

Raid nello Yemen, Obama a Iran: "Niente armi ai ribelli"

Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama

WASHINGTON.  Con l'invio di una portaerei e altre navi da guerra americane nella regione del Golfo Persico, gli Usa inviano «un messaggio molto diretto» all'Iran, ha detto il presidente Obama: attualmente, le navi iraniane «sono in acque internazionali», ma le unità Usa sono in quelle zona «per garantire la libertà di navigazione», e «se ci fossero consegne di armi alle fazioni yemenite, questo potrebbe minacciare la navigazione e sarebbe un problema». Il coinvolgimento iraniano in Yemen, ha detto Obama in un'intervista alla Msnbc, può solo complicare la ricerca di una soluzione del conflitto tra forze governative e ribelli sciiti Houti. «Quello che dobbiamo fare - ha detto - è portare tutte la parti a un tavolo e trovare un accordo politico. Abbiamo indicato agli iraniani - ha aggiunto - che devono essere parte della soluzione e non parte del problema». L'aumento della tensione in Yemen, dove ribelli sciiti Houthi hanno rovesciato il governo yemenita, hanno preso il controllo di Sanaa e combattono in diverse zone del Paese, e secondo varie fonti hanno il sostegno dell'Iran, avviene mentre gli Usa e le altre potenze mondiali sono impegnate nella fase finale dei negoziati sul futuro del programma nucleare iraniano. In questo quadro si inserisce anche la decisione di Mosca di revocare il bando alla vendita di missili antiaerei S-300 a Teheran.  Si tratta di una vendita, ha detto Obama, che «va avanti da sei anni». E vero che «preoccupa, siamo contrari, particolarmente perchè stiamo ancora negoziando» con Teheran per il suo programma nucleare. Tuttavia, ha aggiunto, «bisogna mettere la cosa in prospettiva: il nostro bilancio militare è di 600 miliardi di dollari, il loro di 17 miliardi. Anche se ottengono qualche sistema di difesa aerea, se dobbiamo, lo possiamo penetrare».  «In ultima analisi - ha detto ancora - spetta agli iraniani fare in modo di arrivare al tavolo preparati per concretizzare ciò che è stato già concordato».

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