WASHINGTON. «Puntare contro l'euro è senza senso. Fatelo se volete». Mario Draghi, con la nuova emergenza greca in corso e i timori di un'uscita di Atene dall'area euro, si sente di sottoscrivere «parola per parola» le sue dichiarazioni del 2012, quando disse che l'euro era irreversibile. Lo scenario da allora è cambiato: l'area euro - afferma Draghi - sta sperimentando una ripresa che si rafforza e «siamo meglio equipaggiati che nel 2012 e nel 2010», potendo usare se necessario gli strumenti della Bce in un'eventuale crisi. Ma - avverte Draghi - la ripresa in atto non va compromessa: servono progressi sulla sostenibilità di bilancio e riforme strutturali altrimenti i rischi macroeconomici, che sono calati, potrebbero tornare a salire. E se la situazione greca dovesse peggiorare, avverte, «ci troveremmo in acque inesplorate». Sostenendo come sia prematuro speculare su un addio della Grecia all'area euro, Draghi - la cui conferenza stampa si è svolta con misure di sicurezza rafforzate, con controlli alle borse e il divieto di liquidi - esorta Atene ad agire. «C'è molto lavoro da fare, è urgente. Tutti vogliamo il successo della Grecia, e questo successo è nelle mani del governo greco». Gli fa eco il ministro delle finanze tedesco, Wolfgang Schauble: «Il governo greco deve decidere cosa vuole». Deve presentare - mette in evidenza il ministro dell'economia, Pier Carlo Padoan - un piano credibile ed efficace. «L'interesse della Grecia è rimettere l'economia su un sentiero di crescita. Ognuno deve fare le sue parte» aggiunge Padoan, tranquillizzando su un potenziale impatto della crisi greca sull'Italia. «In nessun modo. Questo problema non si pone». Il governatore della Banca D'Italia, Ignazio Visco, ritiene «sbagliato parlare di contagio. Si può parlare di tensioni sui mercati». Preme per un accordo il segretario al Tesoro americano, Jack Lew, ammettendo che il lavoro da fare non è facile ma deve essere fatto. E un appello a chiudere velocemente la vicenda arriva ancora una volta anche dalla numero uno del Fmi, Chrsitine Lagarde. Il tema Grecia domina nei corridoi e negli incontri del Fmi, anche se non è oggetto di discussione formale nè del G20 nè dell'Imfc. Mentre si rincorrono rumors - dall'allarme liquidità all'accordo con la Russia per ricevere fondi - il ministro dell'economia greco, Yanis Varoufakis è la 'star' del vertice, di sicuro il più ambito. Varoufakis ostenta sicurezza e si lascia andare a battute ironiche. «Il futuro della Grecia? Brillante, prospero e radioso» risponde sorridendo. A chi gli chiede cinque minuti del suo tempo dice: «Cinque minuti di questi tempi sono un tesoro per ripagare parte del debito della Grecia». Fiducioso e ottimista, Varoufakis sembra voler spazzare via le voci di fondi da Russia o Cina per superare la crisi: «la Grecia è un tema europeo e deve essere risolto, come ogni crisi di famiglia, nella famiglia europea».