Mercoledì 18 Dicembre 2024

"Supercannone" digitale, così la Cina prova a oscurare un social network

PECHINO. Il governo cinese ha minacciato di chiudere il portale Internet Sina e gli ha chiesto di «rafforzare la censura». Sina è uno dei siti più frequentati dalle centinaia di milioni di utenti cinesi di Internet, che tra l'altro ospita il più popolare sito di comunicazione «Sina Weibo», simile all'americano Twitter che in Cina è vietato. Secondo funzionari della Cyberspace Administration of China Sina Weibo ha diffuso «informazioni illegali relativi a voci infondate, violenza e terrorismo». L'agenzia Nuova Cina cita la Cyberspace Administration of China (Cac), che ha minacciato Sina di una «severa punizione» che potrebbe essere «la completa chiusura dei suoi servizi su Internet». I funzionari della Cac sostengono che «la censura sulle attività degli utentì da parte del portale "è stata veramente scarsa". Nessuno di loro ha nominato Sina Weibo ma alcuni hanno sottolineato che il sito web ha diffuso "informazioni illegali relativa a voci infondate, violenza e terrorismo".  La notizia che Sina è sotto tiro è arrivata quasi contemporaneamente a quella secondo la quale i censori di Pechino hanno messo a punto un "supercannone digitale" col quale non solo si bloccano i siti sgraditi alle autorità, ma si disturba il funzionamento dei siti "nemici" come quelli del Vpn - i virtual private network - che permettono agli utenti di aggirare la "grande muraglia di fuoco" della censura. Oltre ai siti di esuli simpatizzanti della setta fuorilegge del Falun Gong e dei nazionalisti tibetani e uighuri, in Cina sono bloccati i principali siti di comunicazione come Youtube e Facebook e motori di ricerca come Google.  A partire dalla fine del 2012, quando è salito al potere il gruppo dirigente guidato dal presidente Xi Jinping, le limitazioni dell'uso di Internet si sono moltiplicate.

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