WASHINGTON. Domenica, a mezzogiorno, Hillary Clinton annuncerà ufficialmente la sua candidatura nella corsa per la Casa Bianca. Lo farà con un video postato su un social network, Twitter con tutta probabilità, ma forse anche in contemporanea su Facebook. Poi subito sul campo, ad incontrare l'elettorato negli Stati che aprono la maratona elettorale, tra Iowa e New Hampshire. Parte cosi' da qui la lunga stagione che porterà all'elezione nel 2016 del 45/mo presidente degli Stati Uniti, il successore di Barack Obama. Hillary vuole che sia donna, cioè lei. E' quasi certo che lo ricorderà nel suo videomessaggio domenica, che e' stato già registrato questa settimana si apprende, ma di cui nulla trapela. Un indizio c'era già nell'epilogo alla nuova edizione in paperback di "Hard Choices', il libro di memorie sul periodo da segretario di Stato: "Diventare nonna mi ha fatto riflettere a fondo sulle responsabilità che tutti condividiamo per il mondo che ereditiamo e che un giorno consegneremo. Invece di indurmi a rallentare, mi ha spronata ad accelerare", si legge nel testo diffuso proprio oggi e probabilmente non a caso. Hillary-nonna, 67 anni, ex first lady, ex senatore per lo Stato di New York, ex segretario di Stato, e' quindi determinata a scrivere anche questa nuova pagina. Il tassello definitivo per cui non può permettersi sbavature. Così in queste ore si parla già degli errori da non ripetere, le trappole da evitare: dal ruolo troppo ingombrante del marito ex presidente Bill a quella postura troppo 'establishment' che rischia di segnare una pericolosa distanza con l'elettorato. E allora la campagna sarà una 'conversazione' a tu per tu con gli elettori. Niente fanfare (quindi non come nel 2008 quando arrivo' in Iowa in elicottero), ma una serrata presenza sul campo, stando ad indiscrezioni. Perche' tutti sanno chi e' Hillary Clinton, lo sforzo sta adesso nel ripresentarsi agli americani. Sul fronte democratico Hillary ha per ora campo libero: sarà la prima ad annunciare la sua candidatura per la nomination. Tutti aspettano che ufficializzi le sue intenzioni chiare da tempo, ma dopo l'annuncio si aprirà la vera partita. Non emergono sfidanti interni di profilo al momento, sebbene sia prevedibile che i possibili contendenti le si posizioneranno a sinistra: dall'ex governatore del Maryland Martin O'Malley, all'ex senatore per la Virginia Jim Webb, fino ad Elizabeth Warren, senatrice del Massachusetts che, nonostante continui a ripetere che non correrà, resta punto di riferimento per l'anima più 'liberal' del partito. Il fronte repubblicano invece è già affollato: nel modo più classico, davanti ad una platea amica gremita, il primo a candidarsi e' stato il senatore del Texas Ted Cruz, a seguire lo scorso martedì il libertario Rand Paul. Lunedì, proprio dopo l'annunciata discesa in campo di Hillary Clinton, sarà la volta di Marco Rubio, le cui ambizioni presidenziali si contrappongono a quelle di Jeb Bush, di cui fino a poco tempo fa era il delfino. Jeb deve fare ancora il fatidico annuncio e i dubbi sono pochi, visto che il fratello minore di George W. scalda i motori da mesi. Cosi' come si preannuncia una candidatura di Scott Walker, governatore del Wisconsin. Intanto a New York, quartier generale di Hllary Clinton che proprio a Brooklyn ha voluto la sede della sua campagna, si prepara per domani l'ultimo grande evento 'Ready for Hillary', il movimento che ha sostenuto la candidatura di Hillary Clinton attirando negli ultimi due anni fino a 3,8 milioni di sostenitori.