Giovedì 19 Dicembre 2024

Guerra in casa Le Pen, Marine contro il padre: "Ora si ritiri"

PARIGI. La voce roca, gli occhi rossi, il volto provato. Nemmeno per una donna di ferro come Marine Le Pen è facile dover schiacciare e mettere all'angolo l'anziano padre. «È doloroso - ha ammesso in diretta al tg delle 20 annunciando una procedura disciplinare contro Jean-Marie - molto doloroso. Ma meno rispetto a quello che soffrono milioni di francesi senza speranza, senza sicurezza nei loro quartieri». Se la guerra dei Le Pen è ormai esplosa in famiglia, nel partito divampa la guerriglia: se il padre è contro la figlia, i fedelissimi di lui sono contro i funzionari di partito, i guardiani dell'ortodossia contro i fautori dello sdoganamento in direzione centrodestra.  «Marine Le Pen si augura la mia morte, forse. È possibile, ma non conti sulla mia collaborazione»: senza fronzoli, come sua abitudine, il fondatore del Front National ha capito che il momento è cruciale. Ma a Marine che gli nega la candidatura alle regionali nella macroregione amica, Provenza-Alpi-Costa Azzurra, ha risposto con uno sberleffo: mettendo in rete un nuovo sito per la sua candidatura. Non alle regionali, bensì alle presidenziali 2017. Una «ridiscesa» in campo a 88 anni suonati dopo aver lasciato spazio nel 2012 alla figlia, un'iniziativa che sa di provocazione sfacciata. Espulsione? Nel partito c'è soltanto tanta confusione e nei corridoi volano coltelli: stamattina il 'guru' dell'apertura al centro, Florian Philippot, ha parlato di consiglio esecutivo urgente convocato da Marine Le Pen nel pomeriggio per espellere il padre. Poi il Front National lo ha corretto, rinviando tutto - come si sapeva  - al 17 aprile. Ma lasciando intendere che Philippot e altri stanno spingendo per una soluzione a metà strada: l'anziano leader potrebbe essere spinto a dimettersi, evitando così una lacerazione con sanguinoso scontro familiare. Questo è anche il parere non esplicito di Marine, la quale stasera in tv ha detto che «Jean-Marie Le Pen dimostrerebbe saggezza» ritirandosi dalla vita politica. Non c'è più spazio per ripensamenti: «i francesi assistono da mesi a un'escalation di dichiarazioni che non hanno niente a che vedere con il Front National». Jean-Marie «è recidivo - ha insistito - e i militanti, i candidati sono stanchi. Non capiscono perchè il loro presidente onorario, per il quale nutrono grandissimo affetto e ammirazione visto ciò che ha fatto per il FN, si accanisca con queste frasi di completa rottura con la politica del Front». Ma fra quelli che credono che Marine arrivi davvero a mostrare il cartellino rosso al padre, non c'è certamente lui, Jean-Marie: «mi sembra un'idea talmente mirabolante da contenere in sè stessa il rischio di implosione del Front. Se questa decisione venisse presa - ha detto - sarebbe completamente folle, poichè il prestigio che continuo abbastanza naturalmente ad avere all'interno del partito provocherà notevoli sommovimenti».  Intanto, il patron della società di organizzazione di eventi regolarmente utilizzata dal Front National, Frèderic Chatillon, molto vicino a Marine Le Pen, è stato messo sotto inchiesta con l'accusa di finanziamento illecito.

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