ROMA. È stata ritrovata solo ieri, a due giorni dal massacro di 148 studenti nel college di Garissa in Kenya. Cynthia Charotich, 19 anni, cristiana, per tutto questo tempo è rimasta nascosta in un armadio sotto un mucchio di vestiti per sfuggire alla furia sanguinaria dei miliziani al Shabaab. Non è uscita nemmeno quando ha sentito le voci dei suoi compagni di classe che erano sopravvissuti alla strage. E anche oggi, i soccorritori hanno dovuto penare non poco per convincerla che volevano salvarla e che non erano terroristi pronti ad ucciderla. La giovane è stata ritrovata poco prima delle 10 del mattino, riferisce l'Associated Press. «Come faccio a sapere che tu sei della polizia del Kenya?», ha chiesto intimorita a uno dei soccorritori che la esortava a venir fuori dal suo rifugio. Solo quando le forze di sicurezza hanno fatto arrivare uno dei suoi insegnanti lei si è convinta a uscire fuori. «Stavo pregando il mio Dio,» ha detto Cheroitich. La ragazza è apparsa provata e disidratata, ma in buona salute. Ha raccontato di essersi sfamata bevendo una lozione per il corpo. I soccorritori le hanno dato subito bibite e yogurt. Cynthia, fortunatamente, non è l'unica sopravvissuta. Anche Cheruiot Tiebafy è scampato alla morte, con un espediente. Il giovane, riporta Skynews, ha imbrattato i suoi vestiti del sangue dei suoi compagni morti e si è finto morto anche lui. Poi quel sangue Tiebafy l'ha anche bevuto, per sopravvivere, in quelle 13 ore in cui il campus è rimasto nelle mani dei miliziani. Per tutto quel tempo lui è rimasto a terra, fingendosi morto. Anche quando i terroristi hanno controllato che tra i cadaveri non ci fossero sopravvissuti lui non si è mosso. «Mi hanno girato intorno, mi hanno preso a calci - ha raccontato il giovane - ma sono vivo». Anche Helen Titus, 21 anni, si è finta morta. Ha raccontato all'Associated Press di essersi cosparsa il viso e i capelli del sangue dei suoi compagni e di essere rimasta immobile. E non si è più mossa, neanche quando i miliziani hanno intimato agli studenti nascosti nelle loro stanze di uscire, assicurando che non sarebbero stati uccisi. Ma così non è stato. «Ci siamo chiesti se uscire o meno», ha detto Titus. Molti studenti sono usciti e gli estremisti gli hanno sparato. Nina Kozel è stata svegliata dalle urla degli altri studenti e si è salvata come altri: alcuni sono riusciti a fuggire dal campus, altri si sono nascosti sotto i letti e negli armadi.