PARIGI. "La vittoria si avvicina, i francesi hanno bocciato in massa la politica di Francois Hollande e del suo governo". Torna a fare festa Nicolas Sarkozy, dopo tre anni di sconfitte e processi. Alla fine, si concede anche il tanto atteso bagno di folla che la destra Ump sembrava aver dimenticato. Sconfitta pesante, anche se con un sussulto che ha evitato il disastro, per il Partito socialista, che perde metà dei dipartimenti che aveva sul territorio. Al governo qualcosa cambierà, anche se Manuel Valls, che ha subito ammesso la vittoria del centrodestra, aveva annunciato che il risultato non avrebbe avuto conseguenze. Niente exploit per Marine Le Pen, con il Front National che non riesce a conquistare il suo primo dipartimento. Per una sera insomma, torna a sorridere in Francia SuperSarko'. La destra è netta vincitrice (dai 64 ai 74 dipartimenti su 101 in palio), un risultato straordinario se si pensa che si partiva da 41. Esattamente il percorso contrario della gauche, partita da 60 e arrivata vicino ai 30. Se la settimana scorsa era stato prudente, oggi l'ex presidente ha alzato il tiro, sparando a zero sul governo e sull'Eliseo: "Con il loro voto - ha detto Sarkozy - i francesi hanno bocciato in massa la politica di Hollande e del suo governo. E' una sconfessione totale e senza appello. Mai una maggioranza aveva perso tanti dipartimenti. Mai un potere in carica aveva suscitato tanta sfiducia. E mai, nella Quinta repubblica, la destra aveva raggiunto un risultato del genere". Poi ha conservato qualche bordata anche per Valls, che qualche giorno fa aveva annunciato che il voto non avrebbe cambiato nulla: "In questo modo l'esecutivo - ha attaccato Sarkozy - ha deciso di ignorare il voto dei francesi. E i francesi sapranno ricordare questo segno di disprezzo". Del suo successore all'Eliseo e della sua politica, Sarkozy non salva niente. E chiede il conto: "Mai una politica aveva incarnato tanto la sconfitta a ogni livello. Dal governo agli esecutivi di dipartimento, menzogna, cecità e impotenza sono stati sanzionati". I conti si faranno da domani, quando da Hollande e Valls sono attesi segnali di riscossa dopo tre anni di sconfitte politiche, economiche e di immagine. Il momento è talmente grave che la trentina di componenti della fronda di sinistra, inflessibili per mesi nel non concedere nulla al governo, hanno dichiarato già stasera un'immediata tregua. Valls, che ha condotto la campagna elettorale in prima persona, esce decisamente sconfitto. Nel breve discorso, ha lanciato l'allarme per "i risultati troppo alti dell'estrema destra" che "restano una sfida per tutta la repubblica", poi ha tirato in ballo il momento delicato, "la minaccia terroristica", la "mancanza di unità" della sinistra. All'estrema destra, dove già si cantava vittoria per la conquista di almeno un dipartimento (sarebbe stata la prima volta nella storia di Francia), Marine Le Pen è rimasta a bocca asciutta. Meno eletti del previsto, con un centinaio di consiglieri (su 4.000 in tutto il Paese) mentre in precedenza il Fn era quasi assente (uno solo il rappresentante nei cantoni). Sorriso tirato e dichiarazioni forzate, le attese per Marine e il Front National sono deluse.