YEMEN. Aerei delle forze armate saudite hanno bombardato postazioni dei ribelli Huthi dello Yemen ed hanno distrutto molte delle loro difese aeree. Lo riferisce Al Arabiya che cita anche un comunicato congiunto in cui Arabia Saudita, Emirati, Bahrein e Qatar affermano di «aver deciso di contrastare le milizie Huthi, al Qaida, l'Isis nel paese». L'ambasciatore saudita a Washington ha confermato che il suo paese ha cominciato gli attacchi aerei contro i ribelli Huthi questa notte. Adel al-Jubeir ha aggiunto che gli Huthi «hanno scelto la via della violenza», mentre non ha voluto precisare se gli attacchi sauditi si avvalgano dell'assistenza dell'intelligence americana. L'annuncio è venuto durante una conferenza stampaa Washington. «I sauditi - ha detto - faranno tutto il necessario per proteggere il popolo yemenita e il legittimo governo dello Yemen». I raid aerei sauditi sullo Yemen hanno preso di mira anche installazioni militari in mano ai ribelli shiiti: lo hanno reso noto funzionari della sicurezza yemenita. L'Egitto ha annunciato il suo pieno sostegno politico e «militare» alla coalizione araba contro gli Huthi in Yemen: lo si afferma in un comunicato del ministero degli Esteri del Cairo citato dall'agenzia ufficiale Mena. «È in corso un coordinamento con l'Arabia Saudita e altri paesi del Golfo per la partecipazione di una forza aerea, navale e di terra alla coalizione», si afferma nella nota del ministero egiziano. Come noto, risale ai primi anni Sessanta l'ultima volta che l'Egitto era intervenuto in Yemen: all'epoca furono inviate migliaia di truppe per sostenere un colpo di Stato repubblicano che rovesciò una monarchia sciita, di orientamento religioso simile a quello degli Huthi. «Siamo capaci di resistere e resisteremo». Lo ha detto oggi Mohammed al Bukhaiti, portavoce dei ribelli sciiti Huthi in Yemen, alla televisione panaraba Al Jazira, dopo l'inizio di un intervento militare di Paesi della regione per fermare la loro avanzata verso Sud. Rispondendo alle accuse di sostegno dall'Iran, Al Bukhaiti ha aggiunto: «Non chiediamo sostegno all'Iran e a nessun altro. Siamo fiduciosi nelle nostre forze e nella volontà del popolo».