WASHINGTON. Ancora un anno. Almeno un anno. È la «flessibilità» accordata dagli Usa, su richiesta del presidente Ashraf Ghani, in Afghanistan, rinviando di fatto - e rallentando - il processo di ritiro dal Paese. Lo ha annunciato ufficialmente oggi il presidente Barak Obama, ricevendo Ghani per la prima volta a Washington. Obama ha confermato che i 9.800 militari americani presenti in Afghanistan vi resteranno per tutto il 2015. Una certa «flessibilità» sulla tabella di marcia, ha detto, si è resa necessaria per permettere che vere riforme vengano attuate nel Paese. Un periodo che permetterà alle «forze afghane di riuscire». Come chiesto da Ghani, da sei mesi alla guida del Paese, che oggi a Washington ha ringraziato i «contribuenti americani». Ma anche come suggerito da diversi tra i vertici militari Usa. «L'Afghanistan resta un posto molto pericoloso» ha spiegato Obama, ma ha anche ribadito di voler «fare tutto il possibile per aiutare le forze afghane» ed è per questo che «vale la pena» restare ancora. Il piano originale era di ridurre le truppe americane in Afghanistan fino a 5.500 unità, quasi la metà di quelle presenti attualmente. Le difficoltà sul terreno però hanno da settimane alzato il livello di attenzione mentre da tempo trapelano indiscrezioni sulla convinzione di esperti e militari che andare via, o ridurre come previsto, al momento aggraverebbe la situazione. Le forze afghane sono infatti provate da un rinvigorirsi dei combattimento, oltre a dover fronteggiare una delle conseguenze dell'affermarsi dello Stato Islamico che in Afghanistan cerca terreno fertile per reclutare militanti. Per tutto il 2015 quindi, poi l'entità della presenza militare americana in Afghanistan per il 2016 verrà comunicata alla fine dell'anno. Obama si è detto tuttavia determinato a completare l'operazione di ritiro entro per il 2017, ribadendo che resta immutata la 'transizionè verso un ruolo non di combattimento.