MOSCA. Non ci sono stati avvertimenti o diffide ma Ikea non vuole guai. E nel timore di incorrere nelle ire del Cremlino per violazioni vere o presunte della legge che proibisce di diffondere informazioni o propaganda gay nei confronti di minori, ha chiuso l'edizione russa della sua rivista online Ikea Family Live. Il colosso svedese dell'arredamento lo ha annunciato in un comunicato, ovviamente in russo, in cui spiega la decisione e, in contemporanea, rivendica la sua filosofia contro ogni tipo di discriminazione. I battenti della rivista sono stati chiusi «per non infrangere» la controversa legge voluta da Vladimir Putin nel 2013 che punisce chi diffonda informazioni o promuova «rapporti sessuali non tradizionali» tra chi ha meno di 18 anni. La spiegazione è che la rivista, pubblicata in 25 Paesi con «contenuti identici» e diretta ai membri dell'Ikea Family Club, «mostra diversi aspetti della vita casalinga senza distinzione di età, genere, orientamento sessuale, nazionalità e religione». Nella pubblicazione trovano spazio diversi tipi di famiglie, comprese quelle con coppie dello stesso sesso, e i vari modi in cui si può arredare e decorare una casa. Tuttavia, si tiene a precisare, la rivista «riflette i valori dell'azienda Ikea, inclusi eguali diritti e opportunità per tutti» ed «è diretta a un'audience familiare» nella quale «nella nostra opinione, non ci devono essere limiti di età». L'azienda sottolinea che tutti i lettori hanno «il diritto di scegliere da soli» quali pubblicazioni posso essere interessanti e quali no. Nondimeno, «ci rendiamo conto che un certo numero di articoli nella nostra rivista potrebbe essere visto come propaganda secondo l'articolo 6.21 'Sulla propaganda riguardo ai rapporti sessuali non tradizionali tra minorì». «Con la nostra attività commerciale rispettiamo le leggi dei Paesi nei quali lavoriamo e quindi, per evitare violazioni, abbiamo preso la decisione di interrompere la pubblicazione della rivista in Russia». La prudenza di Ikea nel Paese non è nuova. Dopo l'approvazione della legge del 2013 un'ondata internazionale di critiche da parte di associazioni gay sommerse l'azienda svedese che aveva tolto dall'edizione russa del catalogo la storia di Clara e Kirsty, coppia lesbica britannica. La decisione di due anni fa, rivelò Ikea, fu presa in seguito ai consigli di esperti legali russi. Questa volta l'ufficio stampa Ikea in Russia ha fatto sapere di non aver ricevuto alcun avvertimento da parte del governo mentre, da parte loro, le autorità russe non hanno fatto commenti. Risale al 2012 invece un altro 'infortuniò, quando tutte le foto di donne furono rimosse dal catalogo per l'Arabia Saudita. Dopo le proteste delle ministre donne svedesi, l'azienda si scusò assicurando che incidenti simili non sarebbero più capitati.