MOSCA. Alla vigilia dell'8 marzo, la Marina militare russa apre alle donne: dal 2018, per la prima volta nella storia del Paese, sin dall'epoca zarista, potranno entrare in servizio sulle navi da guerra, esclusi solo i sommergibili, rompendo così un tabù secolare e il proverbiale motto russo che «una donna a bordo di un vascello chiama disgrazia». Una vera rivoluzione in un Paese considerato storicamente maschilista come la Russia, mentre in molti Paesi Nato le donne già comandano incrociatori, fregate e dragamine, e fanno parte degli equipaggi di sottomarini nucleari. L'annuncio è stato dato a Interfax da una fonte dello stato maggiore della Marina. Finora le donne marinaio solo state impiegate solo sulle coste: alle stazioni di comunicazione, negli ospedali e nelle unità logistiche e di rifornimento. «Dal 2018 ci saranno anche equipaggi femminili», ha spiegato la fonte, auspicando che per quella data siano costruite navi «con servizi e confort che garantiscano adeguate condizioni di vita». «Gli armatori ci hanno assicurato la fattibilità di questo obiettivo, stanno attendendo che la Marina definisca parametri tecnici per adeguare il design delle navi», ha proseguito. Le prime donne a mettere piede sulle navi da guerra russe saranno medici, marconisti e specialisti nella logistica. Poi si imbarcheranno normalmente sulle navi da sbarco portaelicotteri, sulle unità da combattimento avanzate e sui vascelli ausiliari. Finora le donne non prestavano servizio nelle navi militari per l'assenza di servizi adeguati e di precedenti storici, ha motivato la fonte, anche se alcuni siti specializzati ricordano i nomi di alcune donne tra i marinai eroi della seconda guerra mondiale, tra cui Anna Shetinia, capitano a soli 27 anni, mentre c'è chi ricorda che l'equipaggio di una nave che trasportava merci sul Volga a Stalingrado, durante l'assedio nazista, era tutto femminile. Eccezioni in ogni modo. Dopo l'ingresso nell'esercito, quindi, le donne si preparano a «sbarcare» anche sulle navi militari indossando letradizionali uniformi con i colori bianco e azzurro. Ma l'arruolamento di «ufficiali e gentildonna» non sembra gradito da tutti, se un alto ufficiale, rimasto anche lui anonimo, ha subito detto alla Ria Novosti di non credere che le donne solcheranno davvero i mari: «non è una discriminazione, noi riserviamo al gentil sesso molta cura e rispetto. Le navi sono destinate al combattimento, le donne alla sollecitudine», ha argomentato. Sarà dura far affondare il maschilismo in Marina.