BERLINO. Ha ucciso pazienti inermi a decine, per il gusto che gli dava giocare con la loro vita e disporre della loro morte. E per questo dovrà trascorrere il resto dei suoi giorni in prigione. In Germania la corte di Oldenburg, nel Land della Bassa Sassonia, ha condannato all'ergastolo un ex infermiere per duplice omicidio, duplice tentato omicidio e lesioni gravissime. Ma il condannato, Niels H., durante il processo ha ammesso di aver ucciso in realtà almeno trenta persone. E gli inquirenti sospettano che il numero delle vittime dell'infermiere killer possa arrivare a oltre 200. «Le persone per lui erano semplicemente delle comparse in un gioco in cui a vincere poteva essere soltanto lui, e tutti gli altri perdevano». Così il giudice Sebastian Buehrmann, che si è detto incredulo per la disumanità dei crimini, ha descritto il senso dell'incredibile serie di delitti perpetrata dal 38enne. Il 'gioco' in questione è stato ricostruito con precisione nel corso del processo. Per dimostrare ai colleghi quanto fosse bravo nella rianimazione, Niels H. ha iniziato a somministrare dosi eccessive di un farmaco cardiaco ai pazienti in terapia intensiva. Gli stessi su cui poi interveniva cercando di tenerli in vita. Ma «era un puro caso che i pazienti-vittime sopravvivessero o morissero», ha considerato ancora il giudice. Alla lettura della sentenza il pluriomicida, che nel corso del processo ha mostrato rimorso e dopo un lungo silenzio ha ammesso almeno trenta omicidi, si è accasciato. E per lui, dopo questa prima condanna, potrebbe avviarsi un'altra lunga vicenda processuale. «Siamo soddisfatti della sentenza», hanno commentato i parenti delle vittime alla fine di questo giudizio, arrivato dopo anni con le scuse della corte per la lentezza procedurale. Se confermata dalle indagini, che ora si riapriranno per un secondo processo, quella di Niels H. potrebbe essere la catena di omicidi più lunga della storia del secondo dopoguerra in Germania. La polizia sta attualmente verificando oltre 200 casi di morti sospette, non solo nella clinica di Delmenhorst, dove l'assassino seriale è stato fermato. Ma anche negli ospedali dove aveva lavorato in precedenza. Per la particolare gravità del caso, il condannato non potrà beneficiare della libertà provvisoria nemmeno dopo quindici anni di reclusione, ha precisato il giudice Buehrmann.