PARIGI. «Si ricomincia!»: così titola in copertina il nuovo numero di Charlie Hebdo che dopo un mese e mezzo di assenza torna in edicola con una tiratura da 2,5 milioni di copie. Il n.1179, il secondo dopo il numero con la caricatura di Maometto e la scritta 'Je suis Charlie - Tutto è perdonatò, uscito appena una settimana dopo il massacro, sarà in edicola da dopodomani. Nella copertina su sfondo rosso, anticipata oggi dal quotidiano Libèration è raffigurato in bianco e nero un cane che tiene in bocca una copia del giornale mentre fugge via inseguito da una folla inferocita di personaggi: caricature tra l'umano e l'animale, tra cui si riconoscono i volti di Nicolas Sarkozy, Marine Le Pen, Papa Francesco e uno jihadista, con le sembianze di un grosso lupo nero con un kalashnikov. A firmarla è il il vignettista Laurent Sourisseau, alias Riss, ferito durante la strage dei fratelli Kouachi che ha fatto 12 morti, e nominato nuovo direttore, come successore di Charb.
«Bisognava fermarsi qualche giorno, prendere un po' di respiro - ha spiegato Gerard Biard, caporedattore di Charlie Hebdo, ricordando l'exploit dell'edizione 'cult' del 14 gennaio in edicola con 7,3 milioni di copie una sola settimana dopo l'attacco - C'erano quelli che volevano ricominciare subito a lavorare, come me, e quelli che avevano bisogno di un pò di tempo. Abbiamo trovato un compromesso e ci siamo messi d'accordo sulla data del 25 febbraio per la prossima uscita. Da mercoledì si riparte come prima con scadenza settimanale». «Con questo numero l'avventura ricomincia - ha osservato Patrick Pelloux - Ci sono stati i funerali. Bisogna fare i conti con l'assenza degli altri, è questa la cosa più difficile. Il giornale deve continuare perchè la vita continua. E non siamo qui per fare piangere. È un giornale satirico, deve fare divertire. Bisogna fare ridere con l'attualità».
Tra i temi trattati c'è quindi il processo al giro di squillo legato all'Hotel Carlton di Lille, in cui è finito sul banco degli imputati l'ex direttore del Fondo Monetario Internazionale, Dominique Strauss-Kahn; e gli attentati terroristi di Copenaghen, ma anche la Grecia con un'intervista al nuovo ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis. La redazione è attualmente 'ospitè del quotidiano Liberation ma si trasferirà presto in una nuova sede, più sicura, probabilmente nel XIII/o arrondissement, nell'est di Parigi. «Su questi uffici che abbiamo visitato non c'è ancora una conferma - ha riferito Biard - C'è uno studio in corso per testare se i pavimenti sono abbastanza solidi per poter accogliere delle panic room a prova di bomba». Intanto il giornale riparte su nuove basi anche finanziarie: oltre 200 mila abbonati contro i 10 mila di prima delle stragi, e diversi milioni di euro tra donazioni, aiuti dal ministero della Cultura, oltre agli introiti dalle vendite delle copie del precedente numero, il cosiddetto 'giornale dei sopravvissutì, andato a ruba in Francia e all'estero. Anche se le continue minacce di morte sui social network e gli attentati di Copenaghen hanno riacceso la paura.
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