KAMPALA. Rapiti a scuola mentre stavano dando un esame per essere molto probabilmente arruolati a forza tra le fila delle milizie ribelli sud-sudanesi. È la sorte toccata a 89 bambini portati via da un gruppo di uomini armati nel Sud Sudan, a Malakal, nella regione dell'Alto Nilo. A denunciare il fatto l'Unicef che teme che il numero dei bimbi rapiti possa essere anche più alto. Secondo una prima ricostruzione uomini armati hanno circondato un campo a Wau Shilluk, cercato casa per casa, e preso con la forza solo ragazzi di età superiore ai 12 anni. Non è ancora chiaro quale gruppo sarebbe responsabile del sequestro. Tuttavia, il timore è che i bambini siano stati sequestrati per essere utilizzati come soldati. Malakal, attualmente sotto il controllo del governo, ha visto di recente l'intensificarsi dei combattimenti tra le forze ribelli e le truppe governative che si accusano a vicenda di aver violato gli accordi di pace. In questo contesto sono stati oltre 12.000 i bambini soldato reclutati lo scorso anno sia dalle forze governative, che dai ribelli. I dati dell'Unicef sono allarmanti e gli esperti dell'agenzia per i minori dell'Onu sottolineano che quello dei minori utilizzati da eserciti e gruppi armati durante i conflitti è diventato un «problema globale», come lo ha definito il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon. «Il reclutamento e l'impiego di bambini da parte delle forze armate distrugge le famiglie e le comunità. I bambini sono esposti a livelli incomprensibili di violenza, perdono le loro famiglie e la possibilità di andare a scuola», ha osservato Jonathan Veitch, rappresentante Unicef in Sud Sudan. I gruppi di controllo accusano le fazioni in guerra nel paese di reclutare bambini per poi utilizzarli come soldati. È di qualche giorno fa la denuncia di Human Rights Watch, secondo cui, in Sud Sudan militari e ribelli arruolano attivamente i minori nonostante le continue assicurazioni in senso contrario. Le autorità del Sud Sudan negano decisamente le accuse, nascondendosi dietro ordini e regolamenti che vieterebbero all'esercito di reclutare bambini. Mentre i ribelli non rispondono alle accuse. Dal dicembre del 2013 il Sud Sudan è dilaniato da una sanguinosa guerra civile iniziata quando le forze fedeli all'ex vicepresidente Riek Machar si sono scontrate con l'esercito nazionale del presidente Salva Kiir. Il conflitto ha provocato la fuga dal paese di oltre un milione e mezzo di persone.