Domenica 17 Novembre 2024

Attentato in Libia, esplodono 3 autobomba: trenta le vittime

 IL CAIRO.  È salito a 30 il numero di vittime delle tre autobomba esplose ad al Qubah, nell'est della Libia: lo riferiscono fonti e media libici.  Secondo quanto riferito nelle prime ore, una delle esplosioni avrebbe colpito un edificio dei servizi di di sicurezza. Al Qubah si trova ad una quarantina di chilometri ad ovest di Derna, la città trasformata in Califfato da jihadisti affiliatisi all'Isis. Una delle tre autobomba di Al Qubah «ha mirato» a colpire la residenza di Akila Seleh, presidente del Parlamento libico riconosciuto internazionalmente, quello insediato a Tobruk. Saleh è indenne e ha rilasciato dichiarazioni confermando che le vittime sono «almeno 30», riferiscono le fonti. C'è inoltre «un gran numero di feriti», precisano i media confermando che un obiettivo è stato il Dipartimento di sicurezza della cittadina mentre il terzo è una stazione di servizio.  Intanto, migliaia di egiziani sono bloccati, in territorio libico, al valico tunisino di Ras Jedir e non riescono a passare la frontiera per cercare di rientrare nel Paese d'origine. Lo riferiscono alcune radio locali della zona frontaliera tunisina, non spiegando comunque i motivi di questa situazione, che potrebbe essere determinata dall'elevato numero di persone che premono per passare il confine, dove i controlli sono stati intensificati, prolungando le procedure. Alcune centinaia di cittadini egiziani (che in precedenza lavoravano in Libia, da dove ora cercano di scappare) sono diretti verso l'aeroporto di Djerba Zarsis, da dove dovrebbe partire un ponte aereo per rimpatriarli. Sulla Libia, il dibattito internazionale si gioca tra interventisti e non. L'Onu però punta ancora alla diplomazia e al dialogo«il dialogo politico è l'unica via per uscire dalla crisi»: è quanto affermato al temine del vertice a Washington tra il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, il segretario di stato Usa, John Kerry, l'alto rappresentante per gli Affari esteri dell'Ue, Federica Mogherini, e il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Hassan Shokry Selim. Nel corso dell'incontro - si legge in una nota diffusa dal palazzo di vetro - è stata quindi espressa «profonda preoccupazione» per la situazione in Libia, ed è stato espresso il sostegno agli sforzi dell'inviato speciale Onu, Bernardini Leon, nel facilitare tale dialogo politico.

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