Lunedì 23 Dicembre 2024

"Le donne sono state affidate da Dio all'uomo", bufera su Erdogan

ISTANBUL. «Le donne sono state affidate da Dio all'uomo»: parola di Recep Tayyip Erdogan, presidente islamico della Turchia. Un'uscita che ha ulteriormente infiammato il paese, sotto shock per l'atroce vicenda di Ozgecan Aslan, 20 anni, una studentessa di Marsin picchiata, stuprata, uccisa e poi bruciata sabato dall'autista di un minibus di cui era rimasta l'ultima passeggera. Il caso di Ozgecan ha fatto scendere in piazza in tutto il paese migliaia di persone, e puntato i riflettori sulla piaga endemica della violenza contro le donne in Turchia. Anche oggi 15mila persone vestite di nero in segno di lutto hanno manifestato a Marsin vicino alla facoltà della ragazza, dietro uno striscione con la scritta «Lo stupro è un crimine contro l'umanità». La stampa di opposizione denuncia la 'tolleranzà di cui troppo spesso beneficiano violentatori e assassini di donne nel paese e riferisce di diverse condanne ridotte dai giudici per 'buona condottà durante il processo. Taraf cita il caso dello stupratore di una turista giapponese nel 2011, condannato a 20 mesi. Ma la sentenza è stata sospesa perchè lo stupratore è stato 'rispettosò verso la corte durante il processo.  Le violenze sessuali contro le donne, rileva Taraf, sono aumentate del 400% dal 2002, quando il partito islamico Akp di Erdogan è arrivato al potere. Le reti sociali sono incandescenti. Su Twitter 800mila messaggi sono usciti sotto l'hashtag #sendeanlat (#raccontalatuastoria). Un fiume in piena di storie di un quotidiano di violenze, molestie, soprusi. Secondo un rapporto Onu il 39% delle donne turche ha subito violenze. Diverse ong ritengono i dati ufficiali sottovalutati, in quanto molti casi di violenze, in particolare nelle periferie delle grandi città e nelle zone rurali dove predomina una società musulmana patriarcale, sono tenuti nascosti dalle famiglie.  L'opposizione accusa il governo islamico di non agire con sufficiente determinazione per proteggere le donne e di preferire dettare loro norme di comportamento islamico. Lo stesso Erdogan le ha invitate a fare almeno tre figli, si è scagliato contro l'aborto («è un omicidio»), le residenze universitarie miste (dove «può accadere di tutto»).  «La smetta di comportarsi come il guardiano della vagina delle donne turche» ha protestato la deputata di opposizione Aylin Nazliaka. Il vicepremier Bulent Arinc ha invece avvertito in nome dei «valori morali» che la donna non deve ridere in pubblico e «deve restare decente in ogni momento». Il presidente turco ha di nuovo fatto reagire la quasi metà laica ed europea del paese dopo l'omicidio di Ozgecan da lui condannato affermando che secondo Maometto «le donne sono state affidate da Dio all'uomo». «Insulta le donne» hanno tuonato le femministe. Il 'sultanò ha replicato accusando a sua volta le organizzazioni femministe di «essere fuori dalla nostra civiltà, dalla nostra fede, dalla nostra religione». L'Islam, ha poi spiegato, dice che «le donne devono essere rispettate e protette, non maltrattate».

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