WASHINGTON. La banda degli hacker delle banche. Potrebbero essere chiamati così, perchè di fatto si tratta di una banda di rapinatori, che però agisce attraverso i meandri della tecnologia: si sospetta che dal 2013 si siano infiltrati in oltre 100 banche di tutto il mondo «fuggendo» con un bottino complessivo di circa un miliardo di dollari. A denunciarlo è la società russa esperta in cybersicurezza Kaspersky Lab, in un rapporto che verrà presentato oggi in giornata ad una conferenza sulla sicurezza in Messico, riferiscono media americani. Secondo il documento che ricostruisce le modalità d'azione degli hacker, questi studierebbero per mesi e nei minimi particolari il sistema delle banche prese di mira prima di elaborare metodi per prelevare denaro senza sollevare sospetti, principalmente creando conti fittizi su cui verrebbero effettuati trasferimenti.
Sembra inoltre che la banda fissi un tetto di 10 milioni di dollari in furti, oltre i quali passa ad un altro istituto bancario. Tra le peculiarità di questo «sistema» inoltre, c'è che i «cyber-rapinatori» non prendono di mira i clienti delle banche, ma le banche stesse. A quanto emerge al momento le «vittime» sarebbero concentrate tra Russia, Usa, Germania, Cina e Ucraina, ma il raggio d'azione potrebbe spingersi al resto d'Europa, tutta l'Asia, fino all'Africa e al Medioriente.
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