Domenica 17 Novembre 2024

Isis, video dell'orrore: 21 decapitati
Minacce all'Italia: siamo a sud di Roma

ROMA. L'Isis ha diffuso un nuovo video dal titolo «Un messaggio firmato con il sangue alla Nazione della Croce», che mostra la decapitazione «di decine» di persone in Libia. Lo riferisce Rita Katz, direttrice del Site. Nei giorni scorsi era stata annunciata l'esecuzione dei 21 egiziani copti sequestrati in Libia tra dicembre e gennaio. E il nuovo video dell'Isis sulla decapitazione degli egiziani copti su una spiaggia libica contiene anche minacce all'Italia: «Prima ci avete visti su una collina della Siria. Oggi siamo a sud di Roma... in Libia», è l'annuncio, secondo quanto riferisce Rita Katz, direttrice del Site. "Avete buttato il corpo di Osama bin Laden in mare, mischieremo il suo sangue con il vostro". E' un'altra frase contenuta nel nuovo video dell'Isis dalla Libia che mostra le immagini del mare insanguinato dai corpi degli egiziani copti decapitati. Giovedì vertice a Washington. Una minaccia che, settimana dopo settimana, si e' fatta inconfutabilmente globale, ma anche sfaccettata e concreta quanto sfuggente. L'Isis in piena fase di espansione, con rami che dalle sue basi in Siria e Iraq ormai si spingono anche fino alla Libia. I 'lupi solitari' che colpiscono, ancora, l'Europa al cuore. I 'foreign fighters' che fanno paura 'in casa'. E' questo il quadro in cui si terra' mercoledi' e giovedi' a Washington il vertice internazionale sulla sicurezza globale. Voluto dalla Casa Bianca per esplorare strategie comuni, convocato a livello di ministri, per l'incontro si dovra' inevitabilmente rivedere fino all'ultimo momento agenda e scaletta, con le emergenze che non smettono di accavallarsi. Non da ultima l'escalation di violenze in Libia, tema che -lo ha sottolineato anche l'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini- non si esclude venga sollevato giovedì a Washington. L'allarme viene anche da fonti dell'intelligence Usa che segnalano, citate oggi dal New York Times, come lo Stato Islamico sia in piena attivita' nello stabilire affiliazioni: in Afghanistan, Algeria, Egitto e Libia. Indicazioni che sembrano sottolineare come l'emergere di questa nuova minaccia globale evochi la conseguente prospettiva di una nuova guerra globale al terrorismo. Niente di definito, delineato o concordato - ad oggi - si nota, ma l'urgenza è sul tavolo. Tanto più che lievitano anche i numeri: si calcolano tra 20mila e 31.500 combattenti solo in Siria e Iraq, dati che segnalano un 'salto di qualità rispetto alle stime precedenti. E poi il timore che l'Isis stia assumendo nuovi connotati da articolato network e con una nuova ''impronta internazionale''. Elemento anche questo che ha già messo in allarme le agenzie antiterrorismo a Washington, sebbene non sia ancora chiaro quanto efficace risulteranno nel tempo tali ''affiliazioni'', fino a che punto non si tratti di un ''rebranding opportunistico'' nella speranza di potenziare l'attrattività della causa jihadista sfruttando la notorieta' dell'Isis. Cosi' l'appuntamento di Washington sarà l'occasione per coordinare sforzi e strategie. Con l'aggiunta del 'dossier Libia' che, se non si può dire certo 'nuovo', di sicuro risulta oggi urgente. Un elemento che non può passare inosservato all'amministrazione Obama che già in passato a questo proposito aveva tra l'altro sollecitato un ruolo per l'Italia.

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