Venerdì 22 Novembre 2024

Ucraina, si tenta un accordo: vertice tra Merkel, Hollande e Putin

MINSK. Il conflitto nell'est ucraino andrà «fuori controllo» se non ci sarà una de-escalation e un cessate il fuoco: lo ha detto il presidente ucraino Petro Poroshenko prima del vertice a Minsk. «O la situazione si avvia sulla strada della de-escalation, della tregua...o la situazione va fuori controllo», ha ammonito parlando con i giornalisti. I leader delle autoproclamate repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, Aleksandr Zakharcenko e Igor Plotnitski, sono a Minsk per poter firmare un eventuale accordo finale dopo il summit tra Poroshenko, Merkel, Putin e Hollande. Lo riferisce l'agenzia Interfax citando una non meglio precisata «fonte bene informata». In mezzo il tricolore tedesco, tra quelli francese e russo, la bandiera ucraina invece - come quella bielorussa - ad una delle estremità, la più lontana dal vessillo di Mosca: così la diplomazia ha scelto di disporre ufficialmente le cinque bandiere dei Paesi del summit di Minsk in formato Normandia, con la Bielorussia Paese organizzatore. La centralità della bandiera tedesca sembra confermare il ruolo leader della cancelliera tedesca nella mediazione diplomatica. Intanto, salgono le attese a Minsk per il summit in 'formato Normandia' tra Putin, Poroshenko, Merkel e Hollande sul nuovo piano di pace per il martoriato sud-est ucraino, che anche oggi registra un alto numero di vittime per l'intensificarsi dei combattimenti. E cresce la pressione da Bruxelles dove fonti Ue fanno sapere che nel caso di "un chiaro fallimento" in Bielorussia, i 28 si preparano a superare la fase 3 contro Mosca "con un inasprimento delle sanzioni economiche". Oggi Putin ha sciolto le riserve dei giorni scorsi, annunciando l'arrivo nella capitale bielorussa, dopo che ieri il presidente Usa Barack Obama, denunciando l'escalation del conflitto, aveva invitato lo 'zar' a cogliere l'occasione negoziale di Minsk ammonendo che i costi per la Russia "aumenteranno" se non si fermeranno le sue "azioni aggressive'' nel Donbass. Una telefonata tesa, anche se il Cremlino ha fornito una versione diversa, secondo cui i due leader ''hanno sottolineato l'importanza di una soluzione politica dei problemi interni dell'Ucraina attraverso il dialogo" e ''della fine al più presto dello spargimento di sangue''. Con Putin, è volato  a Minsk anche il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov. A preparare il vertice sono state alcune riunioni, tuttora in corso, del gruppo di contatto (Mosca, Kiev, Osce e separatisti), che avrebbe raggiunto una intesa di massima su alcuni punti, come cessate il fuoco e il ritiro delle armi pesanti. Il presidente ucraino Poroshenko, il primo ad annunciare la sua partenza per Minsk, ha lanciato segnali di ottimismo: ''troveremo un compromesso all'interno del Paese, dobbiamo difendere la pace, dobbiamo difendere l'Ucraina. Proprio per questo vado a Minsk, per fermare le ostilità immediatamente e senza condizioni e avviare il dialogo politico, senza interferenze esterne": ha aggiunto. Speranze che sembrano ridimensionate dall'intensificarsi degli scontri sul terreno: nella 'sacca' di Debaltseve, strategico nodo ferroviario dove i separatisti hanno accerchiando le truppe di Kiev, sono morti 19 i soldati e 78 sono rimasti feriti nelle ultime 24 ore, mentre almeno sei persone sono state uccise dai colpi di artiglieria abbattutisi stamane su una stazione degli autobus a Donetsk, principale baluardo dei separatisti.

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