ACAPULCO. Ancora notizie dal fronte dell'orrore in Messico. Sessantun cadaveri sono stati trovati in un crematorio privato e abbandonato di Acapulco, a circa 200 chilometri da Iguala, dove il 26 settembre sono scomparsi 43 studenti. Potrebbe trattarsi, affermano i media, di un nuovo crimine dei narcos oppure di una truffa dei responsabili del crematorio che sono stati arrestati.
In un paese che sta ancora cercando di capire quale sia stata la fine dei ragazzi e chi siano i loro carnefici, il ritrovamento dei 61 corpi, alcuni dei quali di donne e adolescenti, ha quindi avuto un forte impatto, in particolare nello stato di Guerrero, tra le regioni più povere e con una forte e devastante presenza del narcotraffico. Sia Acapulco sia Iguala si trovano appunto nello stato di Guerrero, molto vicine una dall'altra, appena 200 chilometri.
Su quanto sia successo al 'Crematorio del Pacifico' di Acapulco le autorità per ora tacciono. A capire che c'era qualcosa che non andava sono stati i vicini del quartiere, che hanno riferito di un «insopportabile odore» proveniente dal luogo. Le forze della sicurezza e la squadra di medici legali giunti sul posto hanno trovato i primi cadaveri e poi, proseguendo le ricerche in varie zone del crematorio, sono arrivati a recuperarne 61. Non si esclude però che il bilancio finale possa essere ancora più grave: secondo alcuni media, i cadaveri potrebbero essere anche un centinaio. Nel corso della giornata, sono via via emersi dettagli sul macabro ritrovamento. Molti dei corpi erano in forte stato di decomposizione ed erano nudi avvolti in lenzuola bianche e coperti di calce. Altri sono invece stati trovati vestiti, alcuni sono mutilati.
In serata, gli investigatori hanno precisato che gran parte dei corpi erano «perfettamente imbalsamati», sottolineando che stanno verificando se si possa essere trattato di una «truffa» o «negligenza» da parte dei proprietari del crematorio. I responsabili dell'inchiesta non escludono che agenzie funerarie della città messicana portassero i corpi presso il crematorio, dove però di fatto la pratica della cremazione non avveniva a causa - viene precisato - degli alti costi dell'energia.
Proprio tenendo conto di tale possibilità, verranno ascoltati i responsabili dell'Associazione funeraria dello stato di Guerrero. In serata la polizia ha arrestato due dei responsabili del crematorio ma un terzo, il proprietario, è irreperibile. La giustizia, aggiungono i media, è pronta a porli sotto inchiesta «per mancato rispetto dei cadaveri e delle normative relativa all'inumazione, e per attentato contro le persone decedute».
In un momento di grande difficoltà per il presidente Pena Nieto, il Messico deve quindi da oggi fare i conti con le due tragedie, Iguala e, appunto, Acapulco, un paradiso di spiagge e sole, la più nota delle località turistiche della costa pacifica messicana, ma ormai da tempo terra di narcos, uccisioni e
violenza. Proprio ieri, migliaia di persone hanno dato vita ad una protesta per l'ennesima volta lungo l'autostrada tra Acapulco e Città del Messico, contestando le versioni ufficiali del governo sul caso Iguala.
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