Venerdì 22 Novembre 2024

Isis, giallo sulla morte dell'americana ostaggio: "Uccisa da bombardamenti giordani"

ROMA. L'Isis annuncia la morte della donna ostaggio americana, la cooperante Kayla Jean Mueller, in un raid aereo giordano. Lo riferisce su twitter la direttrice del Site Rita Katz. L'Isis riferisce che la donna «è rimasta uccisa quando un aereo giordano ha colpito l'edificio dove si trovava nel governatorato di Raqqa, in Siria», scrive il Site, il sito di monitoraggio del jihadismo sul web. Fonti Pentagono: nessuna prova ostaggio Usa morto. Al momento "non ci sono prove" che la cooperante americana Kayla Jean Mueller sia rimasta uccisa in un bombardamento dei caccia giordani contro obiettivi jihadisti a Raqqa, nel nord della Siria. Lo hanno detto fonti del Pentagono citate dalla Cnn. Interpellata nel corso del quotidiano briefing al Dipartimento di Stato, la portavoce Marie Harf ha confermato che la notizia della morte della donna americana ostaggio dell'Isis "non puo' essere confermata in alcun modo". Giordania: morte ostaggio Usa è propaganda. "Una trovata che ha a che fare con le pubbliche relazioni": così funzionari del governo giordano - citati dalla Cnn - accusano i jihadisti di ricorrere ancora una volta alla propaganda, denunciando la morte della donna ostaggio americana durante i raid aerei della Giordania. Intanto, i genitori di un giornalista americano scomparso in Siria nel 2012, Austin Tice, hanno chiesto alla Casa Bianca un aiuto per riportarlo a casa, e, insieme all'associazione Reporters senza frontiere, hanno sollecitato politiche più efficaci a tutela degli ostaggi. Marc e Debra Tice, di Houston, hanno riferito di aver preso parte ad alcuni incontri per la revisione della politica della Casa Bianca sulla gestione dei rapimenti. Del loro figlio Austin non si hanno più notizie dal 2012, esattamente da 906 giorni, ha precisato la madre, "Dopo quasi due anni e mezzo - ha detto in una conferenza stampa - sentiamo di avere bisogno di far sapere a tutti che nostro figlio è scomparso. Potete aiutarci a riportarlo a casa?". La famiglia lancerà una campagna online a partire dal 16 febbraio con il supporto di Usa Today e altri media per diffondere il messaggio "Free Austin Tice" e far firmare una petizione da presentare al presidente Obama affinchè faccia di più. Austin Tice, un ex marine diventato giornalista freelance, quando è scomparso nell'agosto del 2102, stava scrivendo reportage sulla guerra civile. Ha lavorato, fra gli altri per Washington Post, McClatchy Newspapers, Associated Press, CBS e altri media, vincendo anche il premio Polk per i cronisti di guerra. Le circostanze della sua scomparsa sono tuttora un mistero.

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