NEW YORK. Basta con l'austerity: è l'ora di pensare alla crescita, di tornare a spendere per le famiglie e per gli investimenti nelle grandi opere. È il messaggio che Barack Obama invia non solo agli americani ma al mondo intero, presentando la sua finanziaria per il 2016 come una finanziaria di svolta.
Una manovra da 4 mila miliardi di dollari il cui clou è la riforma della tassazione sulle imprese e sui Paperoni d'America: da lì - nell'intenzione del presidente degli Stati Uniti - arriveranno i soldi per rafforzare la classe media e rilanciare i consumi. E da lì arriveranno le risorse per un ambizioso piano di sviluppo delle infrastrutture pubbliche che farà decollare un'occupazione già in netta ripresa.
«Non accetterò più una legge di bilancio di meri tagli - ammonisce Obama - perchè sarebbe un male non solo per la crescita della nostra economia, ma anche per la sicurezza. E con la sicurezza delle nostre famiglie, come con la sicurezza nazionale, non si scherza».
Del resto i numeri sulla ripresa e sul calo della disoccupazione danno ragione al presidente Usa che - come annunciato nel recente discorso sullo stato dell'Unione - ribadisce la necessità di voltare pagina. Perchè tutti gli americani, e non solo i più ricchi, possano godere di questa rinascita dalla crisi. «La mia proposta - spiega - è costruita per aiutare soprattutto le famiglie americane della middle class».
Una proposta - scrivono il Wall Street Journal e il New York Times - che per la prima volta in tanti anni potrebbe aprire la strada a un compromesso sul bilancio con i repubblicani. La mossa del presidente sembra infatti aprire una breccia nel muro contro muro con la destra, preoccupata di non apparire come il partito dei tagli e del rigore in vista dell'inizio della campagna elettorale per le presidenziali del 2016. Ma è una mossa che irrompe anche nel dibattito europeo, nel momento in cui la vittoria di Alexis Tsipras in Grecia acuisce lo scontro tra i paladini del rigore (Germania in testa) e quelli della spesa a favore dello sviluppo.
Un tema che di certo sarà toccato da Obama con la cancelliera tedesca Angela Merkel, che sarà ricevuta alla Casa Bianca lunedì 9 febbraio. «Non si può continuare a spremere i Paesi che sono nel mezzo della depressione economica», ha del resto ribadito il presidente americano in un'intervista alla Cnn. Nello specifico, la manovra inviata da Obama al Congresso prevede un'aliquota del 19% sulle multinazionali che detengono profitti all'estero, più una una tantum del 14% per quelle società che riportano i capitali in patria. Per tutte le altre imprese, invece, l'aliquota scenderebbe dal 35% al 28%, e al 25% per il settore manifatturiero.
Previsto anche un aumento delle royalty per le trivellazioni delle imprese petrolifere e di estrazione del gas. Queste misure serviranno per finanziare un piano di investimenti da 428 miliardi di dollari e sgravi fiscali per la classe media da 277 miliardi di dollari, compresi due anni di college gratis per gli studenti meritevoli, un aumento degli sgravi per aumentare il salario dei lavoratori a basso reddito (estendendo la misura anche alle famiglie senza figli), credito di imposta per le famiglie con figli a carico, aumento dell'1,3% dei salari dei dipendenti federali e per i militari. Con tale manovra il deficit dovrebbe stabilizzarsi a 475 miliardi di dollari (un 2,5% del pil definito da molti esperti «gestibile»), salendo a 684 miliardi entro il 2025. Il debito pubblico cresce invece al 73,3% arrivando al 75% in dieci anni, il livello più elevato nel dopoguerra
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