SHANGHAI. Le autorità centrali cinesi hanno deciso di avviare un'indagine a livello nazionale per definire il numero e le cause dei suicidi tra i funzionari pubblici, a seguito delle notizie che almeno una cinquantina di casi riconosciuti di morte per "cause non naturali" ci sarebbero stati dal 2012, da quando il presidente Xi Jinping ha cominciato la sua battaglia contro la corruzione pubblica. L'annuncio è apparso sul sito della Commissione Centrale per l'ispezione e la Disciplina (Ccdi), l'organo deputato ad indagare e comminare sanzioni alle "tigri e alle mosche", come il presidente cinese ha definito i funzionari di alto livello e quelli meno importanti. Contro tutti loro, da oltre due anni è in corso una campagna che ha fatto cadere diverse teste, da quelle eccellenti dell'ex ras della sicurezza Zhou Yongkang a molte altre. Il funzionario pubblico riconosciuto colpevole di corruzione, rischia anche la pena di morte.