E' stato decapitato uno dei due ostaggi giapponesi nelle mani dell'Isis. Lo riferisce il Site, il sito Usa di monitoraggio dei jihadisti sul web. La vittima è Haruna Yukawa. Il Site riferisce di un video dove il secondo ostaggio, Kenji Goto Jogo, mostra l'immagine dell'esecuzione e implora per la sua vita presentando le nuove richieste dell'Isis. "Guardate la foto del mio compagno di prigionia Haruna massacrato nella terra dell'Isis. Eravate stati avvertiti". Queste le parole pronunciate dal giornalista Kenji Goto Jogo, il secondo ostaggio giapponese ancora in vita nel video di cui riferisce il Site. L'ostaggio ucciso era un contractor. Nel video, che dura due minuti e 56 secondi, Kenji Goto Jogo presenta la nuova richiesta dei suoi rapitori: il rilascio di "Sajida al-Rishawi" in carcere in Giordania. I jihadisti, per bocca del loro boia più tristemente celebre, il britannico 'Jihadi John', avevano chiesto un riscatto roboante di 200 milioni di dollari, la stessa cifra promessa solo qualche giorno fa dal premier Shinzo Abe ai Paesi della Coalizione anti-Isis. I fondi saranno destinati, ha precisato Tokyo, a far fronte all'emergenza umanitaria, in particolare quella delle centinaia di migliaia di profughi in fuga da Iraq e Siria. Il governo giapponese sta lavorando «a tutto campo» per ottenere il rilascio del reporter freelance Kenji Goto e Haruna Yukawa, l'operatore del settore sicurezza che voleva dare una «svolta» alla propria vita divenendo un 'contractor'. Il portavoce dell'esecutivo, Yoshihide Suga, ha precisato che Tokyo lavora in stretto contatto con Giordania e Gran Bretagna e che, «allo stato attuale», non ha ricevuto nessun tentativo di contatto da parte dell'Isis, che tre giorni fa ha pubblicato online il video con i due ostaggi in tenuta arancione accanto a Jihadi John che brandiva il suo coltello e lanciava gli strali contro il Giappone. «Stiamo trasmettendo attraverso ogni canale possibile un messaggio per il loro rilascio, anche utilizzando responsabili tribali e religiosi», ha aggiunto Suga. Tokyo punta in particolare sui rapporti con Londra: il ministro degli Esteri Fumio Kishida ha chiesto alla controparte Philip Hammond una piena cooperazione sulla vicenda. Poi, nel corso di una conferenza stampa, Kishida ha sottolineato che la posizione della Gran Bretagna «è sempre stata quella di non pagare riscatti». Un'affermazione che i commentatori giapponesi interpretano come il 'niet' di Tokyo al pagamento dei 200 milioni di dollari, una cifra del resto talmente roboante che i jihadisti sanno bene non verrebbe mai versata. Un elemento che lascia spazio alla tragica ipotesi che la sorte dei due ostaggi è già segnata. Intanto emergono nuovi dettagli sulla vicenda: lo Stato islamico aveva già chiesto, lo scorso novembre, un riscatto di 2 miliardi di yen (oltre 14 mln di euro) per la liberazione di Goto, il reporter convertitosi al cristianesimo rapito a ottobre in Siria. Era tornato nel Paese proprio per mettersi sulle tracce dell'amico Yukawa, conosciuto mesi prima, e rapito ad agosto. L'uomo, con un passato travagliato in cui ha anche tentato il suicidio, voleva che il reporter lo 'istruissè su come comportarsi nelle zone di conflitto. Ora la loro sorte è appesa a un filo.