WASHINGTON. Primo scontro a fuoco sul terreno in Iraq fra i jihadisti dello Stato islamico e le truppe occidentali. A finire sotto l'attacco dei miliziani sono state le forze speciali canadesi che hanno risposto al fuoco. L'incidente, accaduto almeno 7 giorni fa nel nord del Paese, è stato rivelato dal comandante generale delle forze speciali, il generale Michael Rouleau, durante una conferenza stampa. «I miei soldati avevano completato una seduta di pianificazione con alti dirigenti iracheni, diversi chilometri dietro le linee del fronte», ha spiegato Rouleau. «Quando si sono spostati in avanti per confermare in prima linea quanto deciso, al fine di visualizzare quello che avevano discusso su una mappa, si sono trovati sotto il fuoco di mortai e mitragliatrici».
I soldati canadesi hanno quindi utilizzato i cecchini per «neutralizzare le minacce» e distruggere le postazioni da dove sono stati lanciati i mortai e, sottolinea il generale, non ci sono stati feriti. Il generale ha confermato che lo scontro a fuoco è avvenuto 7 giorni fa e che «è stata la prima volta che i soldati si sono trovati sotto il tiro dei jihadisti e hanno risposto al fuoco», da quando sono iniziati i raid aerei della coalizione guidata dagli Stati Uniti contro l'Isis. Tuttavia, questi incidenti rendono difficile per il governo conservatore di Stephen Harper sostenere che il Canada «non ha truppe sul terreno» in Iraq e che quindi non sono coinvolti nelle battaglie in maniera diretta. Il Canada ha dispiegato 600 truppe speciali nel Paese, uomini e donne, che partecipano ai raid aerei della coalizione, insieme a 6 jet da combattimento CF-18, un aereo cisterna di rifornimento e due aerei di sorveglianza. 60 soldati delle truppe speciali hanno il ruolo, così come i militari americani, di assistere e addestrare le forze di sicurezza irachene nell'uso di lanciagranate, tecniche di precisione, sistemi di posizionamento globale, mortai e disinnescare bombe. E, secondo il generale Rouleau, anche se i soldati non prendono parte a combattimenti diretti, hanno comunque il diritto di rispondere al fuoco se attaccati.
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