Giovedì 19 Dicembre 2024

Charlie Hebdo, il nuovo numero arriva fino a Hong Kong

HONG KONG.  Il nuovo numero del settimanale francese Charlie Hebdo verrà venduto anche ad Hong Kong. La stampa dell'ex-colonia britannica riferisce che la libreria Parentheses, situata nel centro della metropoli, ha ricevuto centinaia di ordinazioni, soprattutto da parte di esponenti della locale comunità francese, che conta circa 17mila persone. "Di solito non vendiamo Charlie Hebdo; anni fa la rivista aveva dei lettori ma le difficoltà di distribuzione si sono rivelate troppo forti", ha detto la proprietaria della libreria, la svizzera Madeline Progin, aggiungendo di non temere violenze da parte della comunità musulmana di Hong Kong. Uno dei leader della comunità, Qamar Minhas, ha affermato che "i musulmani saranno danneggiati" dalla vendita nella metropoli di Charlie Hebdo ma che la loro reazione sarà basata "sugli insegnamenti del profeta... tolleranza, pazienza e misericordia". Per il nuovo numero del settimanale si prevede una tiratura di almeno cinque milioni di copie. Prima dell'attacco, nel quale sono state uccise 12 persone tra cui il direttore e alcuni vignettisti, Charlie Hebdo vendeva tra le 50 e le 60mila copie. Intanto, i talebani afghani hanno pesantemente condannato oggi la decisione di pubblicare un numero di Charlie Hebdo contenente nuove vignette sul Profeta Maometto sostenendo che questa iniziativa da parte di «individui immorali in Francia» non fa altro che «mostrare il volto eretico della cultura occidentale». In un comunicato ufficiale pubblicato oggi l'Emirato islamico dell'Afghanistan ricorda anche che la settimana scorsa è stato realizzato un attacco alla redazione del giornale Charlie Hebdo che «ha fatto giustizia degli autori dell'atto osceno» di aver pubblicato vignette offensive su Maometto. Riguardo al nuovo numero mandato in edicola, i talebani condannano «questa azione ripugnante ed inumana e considerano i suoi autori, quanti l'hanno permessa ed i loro sostenitori come nemici dell'umanità». «Rivolgiamo un appello - si dice ancora - al mondo ed in particolare ai capi degli Stati interessati affinchè si eviti che simili azioni ripugnanti danneggino ulteriormente la pace mondiale, che siano dissacrate le convinzioni religiose e le pratiche di oltre un miliardo di persone e che il mondo sia gettato ancor più nel fuoco dell'odio e della Guerra».

leggi l'articolo completo