Lunedì 23 Dicembre 2024

Charlie Hebdo, caccia ai due fratelli killer, la Francia mobilita 88 mila uomini

PARIGI. Sarebbe stata una falsa pista quella secondo la quale i due presunti terroristi dell'attacco a Charlie Hebdo, i fratelli Said e Cherif Kouachi, sarebbero barricati in una casa vicino a Crepy En Valois. E' quanto fanno intendere fonti della Gendarmeria. La caccia all'uomo si concentra comunque nelle campagne della Piccardia, ad una sessantina di chilometri da Parigi. Sono stati mobilitati 88.000 uomini per la dare la caccia ai due terroristi autori della strage a Charlie Hebdo. Lo ha annunciato il ministero degli Interni francese, secondo quanto riportato da France 24. Nell'ambito dell'inchiesta sull'attacco a Charlie Hebdo ci sono stati "diversi arresti" e alcune persone legate ai killer sono da stanotte in stato di fermo.  Secondo fonti giudiziarie citate dai media, i fermati sono 7, tra cui Hamyd Mourad, sospettato di essere l'autista del commando. Si sarebbe consegnato spontaneamente, dopo aver visto il suo nome circolare sul web, presentandosi al commissariato di Charleville-Mézières, nel nordest della Francia, Mourad Hamid, il 18 enne fermato per la strage al Charlie Hebdo. Lo riferiscono i media francesi. Secondo Bfmtv, il ragazzo sarebbe il cognato di uno dei due ricercati. I suoi compagni affermano che ieri mattina il giovane era regolarmente a scuola. "Nessuna accusa" è stata ancora formulata nei suoi confronti, scrive il sito di Le Monde. I due killer dell'attacco a Parigi alla sede del settimanale satirico francese Charlie Hebdo sarebbero i fratelli Said e Cherif Kouachi. I due, jihadisti franco-algerini di 32 e 34 anni, secondo alcune fonti sarebbero tornati in Francia quest'estate dalla Siria e sarebbero stati aiutati nella folle azione terrorista da un terzo uomo, Hamyd Mourad, di appena 18 anni, la cui nazionalità è ancora sconosciuta. Secondo un investigatore citato dall'Ap, sarebbero collegati alla rete terrorista di Al Qaida nello Yemen. Un'altra fonte di polizia francese riferisce che i due fratelli sono nati a Parigi e hanno "un profilo di piccoli delinquenti che si sono radicalizzati". Il più giovane, Cherif, era stato arrestato nel 2008 e condannato a 3 anni di prigione, di cui 18 mesi con la condizionale, in quanto componente di un gruppo che inviava combattenti estremisti in Iraq, basata nel 19/o arrondissement di Parigi. Nel quadro di quell'inchiesta, alcuni componenti del gruppo avevano ammesso di aver "fomentato dei progetti di attentato", ma senza metterli in atto. Scontata la pena, Cherif e il fratello, scrive Le Point, "avevano fatto di tutto per farsi dimenticare" e si erano "messi a riposo" a Reims. I due sarebbero stati identificati grazie ai documenti ritrovati dalla polizia nella Citroen C3 abbandonata dagli attentatori durante la fuga vicino alla porte de Pantin, a Parigi. Il giovane complice, Amid, senza fissa dimora, sarebbe invece stato alla guida delle diverse auto durante l'operazione. La vicenda di Said e Cherif ricorda un'altra tragica storia: quella dei due fratelli ceceni Dzhokhar e Tamerlan Tsarnaev, autori degli attentati di Boston nel 2013, il primo catturato, il secondo ucciso durante un conflitto a fuoco con la polizia.  

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