BEIRUT. Sarebbe stato ucciso dai suoi carcerieri, i jihadisti dello Stato islamico, il pilota giordano catturato nei giorni scorsi nel nord della Siria dopo che il suo caccia, della coalizione internazionale guidata dagli Usa, era precipitato. La notizia della morte di Muadh al Kassasbe, diffusa da una tv satellitare filo-iraniana in arabo, al Mayadin, non può essere confermata. Ma finora nè l'Isis nè il governo giordano l'hanno smentita.
E non è verificabile per il momento nemmeno l'indiscrezione che la notte scorsa alcuni velivoli della Coalizione abbiano tentato invano un blitz per liberare il giovane tenente giordano. Da giorni si temeva per la sorte di Kassasbe, lanciatosi col paracadute il 24 dicembre scorso sull'Eufrate, a nord-ovest di Raqqa, la principale città del Paese in mano ai jihadisti. Il suo F16 era precipitato: secondo l'Isis perchè colpito da un missile a raggi infrarossi, secondo Amman e Washington per un guasto tecnico. I media dello Stato islamico avevano prontamente dato la notizia della cattura del primo pilota della Coalizione, che dal 23 settembre scorso bombarda ogni giorno postazioni dell'Isis nel nord e nell'est della Siria.
Il volto spaventato di Kassasbe era apparso mentre il pilota veniva trascinato fuori, seminudo, dalle acque del fiume. Pochi giorni fa il pilota era riapparso in una foto, non databile ma successiva alla sua cattura, pubblicata su 'Dabiq', la rivista in arabo e in inglese dello Stato islamico. Secondo il testo a lui attribuito e nel quale Kassasbe si identificava con tutte le generalità, il pilota aveva confermato la versione riferita dai jihadisti circa l'abbattimento del caccia: «Un missile a guida infrarossa ha colpito il motore del mio F16 e mi sono gettato col paracadute».
Il primo piano di Kassasbe lo ritraeva con indosso una veste arancione, tipica dei prigionieri dell'Isis e che rievoca le divise dei detenuti del carcere di Guantanamo. Secondo fonti locali di Raqqa, diversi velivoli della Coalizione anti-Isis sono stati impiegati la scorsa notte nel tentativo di liberare il pilota. Il racconto, che non può essere verificato in maniera indipendente sul terreno, afferma che mentre alcuni caccia bombardavano postazioni dell'Isis attorno a Raqqa, almeno due elicotteri tentavano di atterrare nei pressi di una delle possibili prigioni dove poteva essere detenuto Kassasbe. Altri elicotteri, proseguono le fonti, hanno condotto un'operazione analoga a est di Raqqa, nei pressi del carcere di Akaryshe, nel deserto tra Raqqa e Dayr az Zor. Ma in entrambi i casi il fuoco della contraerea dell'Isis ha costretto i velivoli ad abbandonare la missione.
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