NEW YORK. Abu Anas al-Libi, uno dei leader di al Qaida catturato con un blitz Usa a Tripoli nell'ottobre del 2013, è morto per l'aggravarsi delle sue condizioni di salute mentre attendeva il processo a New York per gli attentati alle ambasciate Usa in Kenya e Tanzania nel '98. Lo riferiscono i media americani. Ad Al Libi, il cui vero nome è Nazih Abdul-Hamed al-Ruqai, era stato diagnosticato un cancro al fegato in fase avanzata, scrive il Washington Post. Il suo avvocato, Bernard Kleinman, ha detto che le condizioni del suo assistito si erano sensibilmente deteriorate nell'ultimo mese e che l'uomo, 50 anni, è morto in un ospedale nell'area di New York. Un giudice federale di Manhattan aveva fissato la selezione dei giurati per il suo processo per il 12 gennaio e aveva rifiutato di separare il caso di Al Libi dagli altri due co-imputati, nonostante le sue condizioni di salute. La moglie di Abu Anas al Libi, l'esponente di al Qaida incriminato per coinvolgimento negli attentati contro due ambasciate americane nel 1998, ha accusato gli Stati Uniti di avere «rapito, maltrattato e ucciso un uomo innocente. Non aveva fatto niente». Um Abdullah ha detto all'Ap di essere stata informata dall'ambasciata libica a Washington della morte del marito, 49 anni, avvenuta per complicanze seguite ad un'operazione al fegato. Secondo la donna, l'uomo era stato sottoposto all'operazione tre settimane fa, era andato in coma ed era stato riportato prematuramente in carcere dove si sono manifestate le complicanze. Um Abdullah ha precisato di avergli parlato giovedì per l'ultima volta e che «la sua voce era debole». «Sembra che non l'abbiano tenuto abbastanza in ospedale», ha aggiunto. Al-Libi, da tempo malato di cancro, era stato incriminato da una corte federale americana per gli attentati contro le ambasciate Usa in Kenya e Tanzania in cui morirono 224 persone. L'uomo era stato catturato in Libia dalle forze americane nel 2013.