Sabato 23 Novembre 2024

Forze americane anti-Isis, 31 raid aerei in Siria e in Iraq

NEW YORK.  Le forze americane e della coalizione anti-Isis hanno condotto in Siria sedici raid aerei contro le postazioni dei jihadisti dello Stato Islamico, e allo stesso tempo, le forze Usa hanno condotto 15 raid del genere anche in Iraq. Lo rende noto il Comando Centrale Usa (Centcom), precisando che in Siria caccia e droni americani e di altri Paesi hanno preso di mira in particolare obiettivi nei pressi della città di Kobane, vicino al confine con la Turchia e anche nei pressi di al Hasakah e Raqqa, 'capitalè dell'Isis. In Iraq, caccia e droni hanno invece bombardato obiettivi nei pressi di Sinjar, Mosul, al Qaim Baiji, Kirkuk e Tal Afar. In Siria, attivisti e testimoni locali hanno dal canto loro documentato l'uccisione e il ferimento nelle ultime 24 ore di un centinaio di civili, tra cui donne e minori, in raid nelle regioni nord-occidentali e settentrionali di Idlib e Aleppo. Le organizzazioni umanitarie siriane forniscono una lista dettagliata delle generalità dei civili caduti nei raid, ma i media ufficiali di Damasco parlano solo di numerosi terroristi uccisi. La maggior parte dei bombardamenti sono stati compiuti da elicotteri di Damasco con i barili-bomba, sganciati su aree densamente abitate da civili a est di Aleppo, regione in gran parte controllata dallo Stato islamico. In Giordania prosegue l'attesa per conoscere le sorti del pilota dell'aviazione militare hascemita catturato dall'Isis a nord di Raqqa, città siriana controllata dallo Stato islamico. Il velivolo di Muadh Kassasbe era precipitato mercoledì scorso. Secondo l'Isis il caccia è stato abbattuto da un missile. Mentre gli Stati Uniti, che coordinano le attività della Coalizione internazionale, smentiscono la versione dei jihadisti. Secondo ribelli anti-Assad e l'Osservatorio siriano dei diritti umani (Osdh), l'aereo militare giordano precipitato mercoledì nel nord della Siria ha subito un «guasto tecnico». Il pilota Maaz al-Kassasbeh catturato da miliziani dello Stato islamico, «ha bombardato una fabbrica prima di sparire alla vista. Quando è ricomparso perdeva fumo, penso abbia avuto un guasto tecnico», ha detto un ribelle di Raqa. I familiari del 26enne pilota giordano si erano espressi ieri, rivolgendosi direttamente ai carcerieri del figlio: «Spero che Dio riempia il vostro cuore di pietà, liberatelo», aveva detto il padre. «Vi imploro, liberatelo, è un devoto musulmano - aveva aggiunto il fratello del pilota - nelle sue missioni aveva il Corano sempre con sè». Secondo la stampa di Amman, re Abdallah II sta «seguendo da vicino e con grande attenzione» tutta la vicenda e si è augurato che Kassasbe possa presto tornare dai suoi cari sani e salvo.

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