RIO DE JANEIRO. Prima catturava l'attenzione delle sue giovani vittime, tutte adolescenti, facendosi passare per una rockstar. Poi le coinvolgeva in riti macabri, dicendo di essere seguace di una setta satanica. Infine le stuprava, con la scusa di volerle «purificare» e, spesso, anche in cambio di costosi regali, come tablet o viaggi.
Nelle mani di Renato Reis Fragata - un manovale brasiliano di 30 anni, nel frattempo arrestato dalla polizia - sono finite negli ultimi due anni almeno 68 ragazzine di età compresa tra i 13 e i 17 anni, tutte vittime di abusi sessuali. L'uomo agiva soprattutto nei piccoli municipi di Iranduba e Parintins, nell'entroterra dello Stato di Amazonas.
Alle forze dell'ordine ha già ammesso la responsabilità di 23 crimini, affermando però di «non essere pentito». Le indagini sono cominciate dopo le denunce della preside di una scuola comunale di Iranduba, insospettita dallo strano comportamento di alcune alunne, che avevano cominciato improvvisamente ad abbigliarsi in stile «goth». L'indagato avrebbe violentato 18 studentesse di quel collegio solo negli ultimi tre mesi.
Alla stampa locale, l'accusato ha però negato di aver commesso abusi, sostenendo che i rapporti erano «consensuali» e che le ragazze erano in realtà sue «fidanzate». Secondo le informazioni raccolte dal commissario responsabile del caso, Paulo Mavignier, Fragata attirava le minorenni all'interno di cimiteri in rituali di magia nera, durante i quali serviva loro bevande a base di sangue di animali, come gatti e capre. Al termine le convinceva ad avere relazioni carnali con lui per «trasferire» loro poteri e «trasformarle in streghe». «Sta confessando tutto. Dice che faceva parte di una chiesa cristiana e che conduceva una vita tranquilla, ma che non riusciva a formare una famiglia accanto a una donna», ha raccontato il commissario.
Per Mavignier, sarebbe nato da questa frustrazione il desiderio di specializzarsi in esoterismo ed occultismo. Il maniaco, che ha riferito di essere stato violentato da un parente a 13 anni, dovrà rispondere per i reati di stupro, corruzione di minorenni e pornografia infantile, visto che aveva anche l'abitudine di pubblicare sui social network le foto delle vittime, nude o riprese durante i rapporti. Le pene previste possono superare i 20 anni di detenzione.
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