NUOVA DELHI. In India sono stati registrati nel 2014 ben 25.000 casi di violenza sessuale nei confronti di donne e bambini, fatto che costituisce «una vergogna nazionale». Lo ha dichiarato il ministro dell'Interno indiano, Rajnath Singh. - In un intervento al Rajya Sabha (Camera alta) del Parlamento, il ministro ha assicurato che «il governo è deciso ad assumere tutte le iniziative necessarie per tutelare la sicurezza delle donne e dei bambini indiani».
Riferendosi poi al recente caso del tassista di Uber che ha violentato venerdì scorso nel suo veicolo una giovane professionista di 26 anni, Sinh ha assicurato che «il caso appena accaduto mi ha ulteriormente afflitto. Il governo indiano condanna fortemente questo atto ignobile. Ogni iniziativa verrà presa - ha concluso - per portare il responsabile davanti alla giustizia».
Intanto, è caccia all'uomo è in corso nella provincia di New Delhi per cercare di rintracciare l'autista di un radio-taxi legato all'app di servizi di auto con conducente Uber (attiva in 70 città del mondo fra cui Roma, Milano e Torino) che ieri notte ha violentato una giovane di 27 anni mentre rientrava a casa, minacciandola poi, se avesse denunciato il fatto, di «infilarle una sbarra di ferro nella pancia».
La vittima, impiegata in una società finanziaria di Gurgaon, ha trascorso la serata con amici e poi da Vasant Vihar, a sud di Delhi, ha chiamato con la app di Uber il taxi per tornare a casa. Salita a bordo la giovane si è addormentata, per svegliarsi però di colpo e scoprire che l'auto era stata parcheggiata in un luogo isolato mentre l'uomo la aggrediva e poi la violentava.
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