NUOVA DELHI. Una caccia all'uomo è in corso nella provincia di New Delhi per cercare di rintracciare l'autista di un radio-taxi legato all'app di servizi di auto con conducente Uber (attiva in 70 città del mondo fra cui Roma, Milano e Torino) che ieri notte ha violentato una giovane di 27 anni mentre rientrava a casa, minacciandola poi, se avesse denunciato il fatto, di «infilarle una sbarra di ferro nella pancia».
La vittima, impiegata in una società finanziaria di Gurgaon, ha trascorso la serata con amici e poi da Vasant Vihar, a sud di Delhi, ha chiamato con la app di Uber il taxi per tornare a casa. Salita a bordo la giovane si è addormentata, per svegliarsi però di colpo e scoprire che l'auto era stata parcheggiata in un luogo isolato mentre l'uomo la aggrediva e poi la violentava. Nella denuncia la donna ha sostenuto di aver tentato di difendersi, ma che è stata schiaffeggiata, graffiata e sopraffatta, con la minaccia anche di ripetere con una sbarra di ferro la tortura con cui fu stuprata ed uccisa a Delhi il 12 dicembre 2012 una giovane su un autobus.
L'autista del taxi si è offerto quindi di portare la donna a casa «a patto che non denunciasse quanto successo, per non rischiare la vita». La vittima è riuscita però a fotografare il veicolo e la targa, che la polizia ha rinvenuto ore dopo. Dell'autista, identificato come Shiv Kumar Yadav, di 32 anni, non vi è traccia e la polizia ha offerto una ricompensa di 1.300 euro per ottenere indicazioni utili alla sua cattura.
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