PHOENIX. Un uomo di colore disarmato è stato ucciso dalla polizia a Phoenix, in Arizona. Martedì sera un poliziotto gli avrebbe sparato due colpi dopo una colluttazione. L'agente lo aveva fermato per sospetto spaccio di droga. Ma Rumain Brisbon, 34 anni, aveva in tasca solo una confezione di pillole.
Una lunga notte di proteste in tutti gli Stati Uniti, con 83 arresti nella sola New York, per la decisione del Gran giurì che ha scagionato l'agente bianco che la scorsa estate ha ucciso, soffocandolo, un giovane di colore disarmato. Da Seattle a Washington, da Oakland a Los Angeles, decine di migliaia di persone sono scese in strada per urlare ancora una volta la propria rabbia e protestare contro la violenza della polizia e contro il razzismo. Proteste anche a Ferguson e a St. Louis, in Missouri, dove ancora fresca e' la ferita dell'assoluzione di un altro agente bianco che ha ucciso, sparandogli, un altro giovane di colore disarmato.
Una marcia nazionale su Washington il 13 dicembre per manifestare per la difesa dei diritti civili e contro le violenze della polizia. Ad annunciarla è stato uno dei massimi leader della comunità afroamericana, Al Sharpton, che a New York si è unito alla famiglia di Eric Garner, l'uomo di colore disarmato ucciso la scorsa estate da un agente di polizia che lo ha soffocato. Agente che per decisione del Gran giurì non dovrà essere processato.
Il Dipartimento della giustizia indagherà sulla morte di Eric Garner, il ragazzo nero che è stato soffocato dal poliziotto bianco. Lo ha detto un funzionario del Dipartimento della Giustizia protetto dall'anonimato. "Le autorità federali indagheranno sulla morte di Garner", ha detto il funzionario dopo che l'Attorney General Eric Holder ha parlato del caso con il presidente Barack Obama. L'inchiesta federale decisa dall'amministrazione Obama - che sara' presto annunciata dallo stesso ministro della giustizia - e' finalizzata a verificare l'eventuale violazione dei diritti civili nei comportamenti e nelle procedure seguite degli agenti di polizia nel caso Garner.
Monta per la seconda sera di seguito la protesta a New York, dove migliaia di persone si stanno riversando in piazza per manifestare contro il razzismo e i metodi violenti della polizia. Per ora la situazione e' tranquilla, ma la tensione è altissima. Un corteo partito da Foley Square, a Dowtown Manhattan, a due passi da City Hall, la sede del sindaco Bill de Blasio, si è diretto verso il Brooklyn Bridge, con la polizia che lo ha chiuso al traffico, permettendo ai manifestanti di marciare su uno dei simboli della città. Presidiati dalle forze dell'ordine tutti gli altri ponti e i tunnel che collegano Manhattan alla terraferma. Cortei spontanei si sono formati anche in altri punti della città, da Harlem a Canal Street, a Chinatown, dove centinaia di persone in mezzo alla strada hanno inscenato il cosiddetto "die-in", distesi a terra e fingendosi morti. Si prevede che la gran parte di questi cortei confluisca ancora una volta a Times Square, dove intanto si è gia' radunata una gran folla. Manifestazioni si stanno svolgendo in tantissime altre città degli Stati Uniti: da Orlando in Florida a Baltimora in Maryland; da Oakland in California a Seattle nello Stato di Washington. A Boston il capo della polizia ha parlato con i manifestanti invitando tutti alla calma. A Chicago manifestanti e forze dell'ordine sono venuti a contatto quando la polizia è intervenuta per sgombrare una delle principali arterie della città. Ma per ora non si registrano particolari incidenti. Proteste anche nella capitale federale Washington, dove il presidente Barack Obama e la sua famiglia hanno potuto partecipare alla tradizionale cerimonia dell'accensione delle luci dell'albero di Natale della Casa Bianca senza che si siano verificati i disordini temuti. Come accaduto ieri per l'accensione di un altro famoso albero, quello della Rockfeller Plaza di Manhattan.
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