IL CAIRO. L'ex presidente egiziano Hosni Mubarak non doveva essere processato per la morte di 239 manifestanti durante la rivolta del 2011 che portò alle sue dimissioni. Lo ha stabilito il giudice della Corte d'Assise del Cairo. Pertanto non sarà nè assolto nè condannato. Un primo processo, il 2 giugno 2012, aveva condannato Mubarak e il suo ministro dell'Interno all'ergastolo. La sentenza fu poi annullata dando vita a un secondo processo. L'ex rais resta comunque in prigione perché condannato a 3 anni di carcere per sottrazione di fondi pubblici destinati ai restauri del palazzo presidenziale. La decisione della corte di prosciogliere l'ex presidente egiziano Hosni Mubarak per la morte dei manifestanti nel 2011 è stata accolta da un applauso dell'aula. L'ex presidente egiziano Hosni Mubarak è stato anche assolto dalle accuse di corruzione, in un caso di vendita di gas a Israele, e per tangenti. «Ho fiducia nella giustizia della nostra magistratura e accetterò qualunque sentenza», aveva detto l'ex presidente egiziano Hosni Mubarak, entrando nell'accademia di polizia al Cairo dove era atteso il verdetto contro di lui, secondo quanto riferisce il giornale al Watan. L'ex rais, di 86 anni, èra accusato di aver dato l'ordine alla polizia di sedare la rivolta provocando così la morte di 846 manifestanti. Mubarak è sotto processo insieme al suo ex ministro degli interni Habib al-Adly e a sei capi dei servizi segreti. Il verdetto era atteso il 27 settembre scorso, ma il giudice aveva aggiornato l'udienza, spiegando che non aveva avuto il tempo per terminare di scrivere le 2 mila pagine dei capi di accusa. La stampa egiziana aveva annunciato che l'ex capo di Stato avrebbe potuto essere assolto perché il clima è meno teso rispetto al 2012.