TUNISI. Tutto pronto per il voto di domani in Tunisia, che a meno di un mese dalle elezioni legislative, elegge a suffragio diretto il primo Presidente della Repubblica del post Ben Ali. Oltre 5 milioni i cittadini chiamati alle urne, seggi aperti dalle 8 alle 18.00, mentre all'estero le votazioni sono già iniziate giovedì scorso.
Le prime indicazioni sui risultati si sapranno già domani sera, visto che è stato autorizzato l'uso degli exit poll. In caso di mancata vittoria al primo turno, il ballottaggio tra i due candidati che hanno raccolto il maggior numero di voti si svolgerà il 28 dicembre. Sono 22 i candidati rimasti in corsa (in cinque hanno gettato la spugna negli ultimi giorni), ma il favorito è l'anziano leader di Nidaa Tounes, partito laico uscito vincitore dall'ultima tornata elettorale, Beji Caid Essebsi, 87 anni, tallonato dall'attuale Presidente della Repubblica «provvisorio» Moncef Marzouki. Ci sono poi outsider che hanno qualche minima chance di andare al ballottaggio, come il ricco uomo d'affari Slim Rihahi dell'Upl (Unione patriottica libera), il leader della sinistra Hamma Hammami, o l'unica candidata donna, indipendente, Khaltoum Kannou, o ancora l'imprenditore Mohamed Frika, candidato di Ennhadha alle politiche ma non appoggiato dal partito in base alla decisione di quest'ultimo di non sostenere alcun candidato alla Presidenza, in assenza di un candidati cosiddetto ' consensualè che godesse di un sostegno trasversale. Scelta di 'libertà di votò ai propri elettori che sembra favorire Essebsi al Palazzo di Cartagine.
Ma l'importanza dell'elezione di domani è legata al fatto che essa deciderà finalmente i futuri assetti politici di un paese travagliato da crisi economica e ombre del terrorismo islamico, visto che con un parlamento diviso in due blocchi il partito laico-secolare Nidaa Tounes (86 seggi su 217) e l'islamico Ennahdha (69 seggi), sarà con ogni probabilità necessario ricorrere ad alleanze o «grandi alleanze» tra i due partiti maggiori per poter governare la Tunisia. E tutti i partiti hanno annunciato che sveleranno le loro intenzioni di alleanze al momento successivo all'elezione del Presidente della Repubblica, perchè sarà proprio quest'ultimo, secondo la nuova Costituzione, ad affidare l'incarico di formare il nuovo governo al personaggio proposto dal partito uscito vincitore dalle ultime elezioni.
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