MOSCA. L'ultimo presidente dell'Urss, Mikhail Gorbaciov, ha elogiato il ruolo stabilizzatore di Putin dopo la presidenza di Ieltsin e anche la sua annessione della Crimea, ma lo ha ammonito a non ripetere il suo errore, ossia «l'eccessiva sicurezza in sè stessi». «Putin ha giocato un grande ruolo nella stabilizzazione della situazione dopo Ieltsin, quando la questione era salvare la Russia dalla disintegrazione», ha sostenuto il Premio Nobel per la Pace, ieri sera alla libreria Moskva in una affollatissima presentazione del suo ultimo, 'Dopo il Cremlinò. Nonostante l'uso di «metodi autoritari», ha aggiunto, «l'obiettivo di Putin ha incrociato gli interessi della maggioranza». «Abbiamo un presidente, un presidente esperto, ma sembra che soffra della stessa malattia di cui soffrii io ai tempi della perestroika: eccessiva sicurezza in sè stessi», ha osservato. «Sembrava che avessimo preso Dio per la barba», ha detto ricordando l'epoca in cui era alla guida del Paese, lanciando la perestroika ma finendo con l'essere rimosso dal potere. Gorbaciov ha criticato i tempi attuali in Russia per il crescente uso dei metodi autoritari: «quanto più uno Stato è forte, tanto più è democratico, uno Stato forte non caccia la gente che scende in piazza ad esprimere la propria opinione, non infiltra i manifestanti con provocatori, questo è un segno di debolezza e impotenza».