PARIGI. «Attaccate la Francia. Avvelenate acqua e cibo, investite le vittime». È l'agghiacciante appello dei combattenti francesi dell'Isis pubblicato in rete con un nuovo video dello Stato islamico. A parlare sono in tre, una goccia nel mare degli oltre mille jihadisti d'Oltralpe che combattono in Siria e Iraq. Tra loro c'è anche Michael Dos Santos, 22 anni, il secondo francese identificato nel gruppo dei «boia» inquadrati a volto scoperto nel macabro video della decapitazione dell'ostaggio Peter Kassig e altri 15 prigionieri siriani di tre giorni fa. E cresce il timore che l'Isis, che avrebbe nelle proprie mani solo due ostaggi occidentali - oltre al megafono dell'Isis, il giornalista britannico John Cantlie - possa prendere di mira i turisti occidentali.
Esperti Cnn parlano di elevati rischi «in Egitto, Turchia e Libano», oltre a tutto il Nord Africa, dove sono fioccate in questi giorni le adesioni dei gruppi armati all'Isis. La conferma sull'identità del secondo boia francese è arrivata dalla procura di Parigi, che parla di indizi «precisi e concordanti». «La madre lo ha riconosciuto nel video. È distrutta», racconta Jean-Charles Brisard, esperto francese di antiterrorismo. Secondo fonti degli inquirenti, il nome di Dos Santos (rinominatosi Abou Othman) era noto alla polizia da qualche tempo: il giovane aveva l'abitudine di rivendicare attacchi vari o inneggiare sui social network ad atti di violenza.
Il governo di Francois Hollande ha rivelato che tra i 1.132 francesi coinvolti nella jihad, il 23% non è cresciuto in ambienti musulmani. Dos Santos rientra in questa percentuale, visto che proviene da una famiglia di immigrati portoghesi di confessione cattolica. Esattamente come Maxime Hauchard, l'altro giovane jihadista normanno identificato nei giorni scorsi, si è convertito all'Islam durante l'adolescenza. Lo scorso anno, era volato in Siria per arruolarsi con i jihadisti. «Era noto per il suo impegno terrorista in Siria e il suo comportamento violento rivendicato sul web», ha detto il premier Manuel Valls, precisando che sono «oltre un migliaio» i francesi coinvolti nel fenomeno della jihad, di cui «una cinquantina» sono stati uccisi in Siria o in Iraq.
La leader del Front National, Marine Le Pen - che cita fonti di intelligence - parla addirittura di «quattromila francesi» impegnati nella Guerra Santa. In alcuni post su Twitter riportati dall'Express online Dos Santos pubblica immagini agghiaccianti. Come quando posa al fianco dei cadaveri o poggia la testa di un uomo decapitato sulle sue ginocchia: «Se vuoi fare come lui, combatti contro lo Stato islamico», avverte. Ma il ragazzo appare anche in un video pubblicato dallo Stato islamico lo scorso ottobre. Armato, in mimetica, il ragazzo convertito all'Islam esortava «tutti i fratelli che vivono in Francia» ad «uccidere un qualsiasi civile». Lo stesso appello rilanciato dai 'francesi dell'Isis', che invitano i 'lupi solitarì a unirsi alla lotta in Iraq e Siria o colpire la Francia avvelenando l'acqua, il cibo, o investendo in strada le proprie vittime.
Sul fronte militare, Parigi ha annunciato oggi che «le forze dell'aeronautica francese verranno rafforzate con sei Mirage piazzati in Giordania». Obiettivo: sostenere le operazioni dell'esercito iracheno e dei peshmerga curdi contro l'Isis. Lanciata il 19 settembre nell'ambito delle operazioni della coalizione, la missione francese già contava nove caccia Rafale basati negli Emirati arabi uniti. I sei Mirage permetteranno di rafforzare il dispositivo, anche grazie alla migliore posizione strategica della Giordania rispetto agli Emirati. Il ministero della Difesa ha annunciato che «due Rafale francesi, armati ciascuno di quattro bombe AASM, hanno colpito un insieme di trincee utilizzate dall'Isis per l'assedio di Kirkuk» nella notte tra ieri e oggi: «L'azione è stata completata da raid simultanei dei nostri alleati», concludono a Parigi.
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