WASHINGTON. L'oleodotto Keystone non supera, ancora una volta, la prova del Congresso americano. Dopo il via libera alla Camera a maggioranza repubblicana, la misura viene bocciata in Senato a maggioranza democratica per un solo voto: i sostenitori del progetto hanno infatti incassato 59 voti rispetto ai 60 necessari per l'approvazione. La bocciatura evita il primo scontro fra il Congresso e il presidente americano, Barack Obama, dopo le elezioni di medio termine che hanno visto la vittoria dei repubblicani. Obama, se il testo fosse stato approvato, era pronto a porre il proprio veto. L'oleodotto Keystone, che dovrebbe trasportare il petrolio canadese alle raffinerie del Golfo del Messico, è in discussione dal 2008 ed è stato votato già nove volte, ma senza successo: non ha mai superato la prova del Congresso. È probabile che la misura sarà ripresentata e votata il prossimo anno, quando entrerà in carica il nuovo Congresso e i repubblicani, sostenitori dell'iniziativa, avranno il controllo sia della Camera sia del Senato. Per Obama si tratta quindi di una vittoria che appare momentanea: il presidente ha più volte ribadito che prima di decidere avrebbe voluto attendere che fossero completati i necessari studi sul progetto. E soprattutto di voler attendere il parere del Dipartimento di Stato, che ha la giurisdizione sugli oleodotti cross-border. L'accelerazione dei repubblicani per un voto ancora con il vecchio Congresso riflette la lotta all'ultimo voto per il seggio senatoriale della Louisiana, per il quale si stanno dando battaglia Mary Landrieu e Bill Cassidy in vista del ballottaggio del 6 dicembre. La bocciatura evita così il primo scontro diretto fra i repubblicani e Obama. Ma sarà solo uno dei capitoli di guerra, con Obama che sembra intenzionato ad andare avanti da solo su clima e immigrazione. L'oleodotto ha accumulato anni di ritardo ed è divenuto motivo di scontro politico negli Stati Uniti alle prese con il dibattito sul cambiamento climatico. TransCanada ha infatti presentato la prima volta la domanda per il progetto più di sei anni fa. I ritardi si sono poi accumulati anche a causa di una serie di azioni legali, fra le quali quella del Nebraska che solleva dubbi sulla rotta che l'oleodotto dovrebbe seguire nello stato. Una decisione al riguardo è attesa nelle prossime settimane.