RANGOON. Barack Obama e Aung San Suu Kyi si sono incontrati in queste ore a colloquio a Rangoon nella residenza dell'icona birmana della democrazia, in occasione della seconda visita del presidente americano in Birmania. Al termine del loro incontro, i due premi Nobel per la pace hanno tenuto una conferenza stampa. Il presidente americano ha affermato che la democratizzazione in Birmania non è «né completata né irreversibile», mentre l'oppositrice e premio Nobel per la pace birmana Aung San Suu Kyi ha esortato a «trovare un equilibrio fra ottimismo e pessimismo» per il proprio paese in piena transizione.
L’appello di Obama è stato quello di avere al più presto in questo Stato elezioni «libere ed eque». Obama ha lanciato l'appello nella conferenza stampa congiunta con l'oppositrice birmana Aung San Suu Kyi la quale, se la Costituzione venisse modificata, potrebbe arrivare alla presidenza del paese del sud-est asiatico dominato per mezzo secolo dai militari fino al 2011. I due premi Nobel per la pace si sono incontrati nella casa dove Suu Kyi, icona della democrazia birmana, ha passato anni agli arresti domiciliari a Rangoon. Obama è in Birmania per una visita di due giorni che termina oggi.
Aung San Suu Kyi, il simbolo dell'opposizione non-violenta al regime militare birmano, ha definito «ingiusta e antidemocratica» la costituzione del suo paese che le impedisce di candidarsi alla presidenza. «Non è giusto discriminare un cittadino in particolare», ha detto la Premo Nobel per la Pace 1991 parlando del proprio caso nella conferenza stampa con il presidente americano Barack Obama. «La gente capisce che è ingiusta e anti-democratica», ha premesso riferendosi alla costituzione birmana.
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