ROMA. Primi risultati positivi arrivano dai test del vaccino contro il virus Ebola sviluppato dall'azienda italiana Okairos: non sono segnalati, infatti, effetti collaterali gravi o altri problemi legati alla sicurezza.
Una buona notizia sul fronte della lotta al virus - che in Africa ha fatto registrare ad oggi 5.160 morti e 14.098 casi - che si affianca all'annuncio di oggi da parte di Medici senza frontiere (Msf) del prossimo avvio di test per tre trattamenti contro Ebola in tre dei suoi centri in Guinea e Liberia.
Passi avanti, dunque, verso la messa a punto di trattamenti contro la malattia, ma la paura dell'epidemia resta alta ed oggi il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in un'informativa urgente alla Camera, ha sottolineato l'importanza di un'adeguata informazione per impedire che i timori possano diventare un «pretesto per discriminazioni, anche razziali».
Rispetto al vaccino italiano, «i primi test - ha affermato Riccardo Cortese, uno dei fondatori dell'azienda Okairos - sono cominciati in Usa già da un pò, e se ci fossero stati problemi lo avremmo saputo. Il programma va avanti, a gennaio inizieranno quelli di efficacia, con i risultati che arriveranno nel corso dell'anno».
Se i test avranno successo, l'azienda potrà produrne decine di migliaia di dosi entro l'anno prossimo e centinaia di migliaia entro il 2016, ha annunciato Cortese. Ed una speranza arriva pure dall'annuncio di Msf: «In assenza di un trattamento specifico per questa epidemia - spiega l'Ong - in diversi paesi dell'Africa occidentale, questi test hanno lo scopo di cercare una terapia efficace».
I test riguardano rispettivamente il brincidofovir (farmaco antivirale somministrato nel centro ELWA 3 di Monrovia, Liberia), il favipiravir (somministrato in Guèckèdou in Guinea) e una terapia a base di sangue e di plasma (somministrata a Conakry, Guinea). A fare chiarezza sull'andamento dell'epidemia è stato oggi il ministro Lorenzin che, in Aula, ha ricordato come in Italia vi siano state numerose segnalazioni ma «tutte si sono rivelate negative», esortando poi ad intervenire, «perchè - ha detto - le conseguenze di un mancato intervento, anche a livello geopolitico, sarebbero incalcolabili».
Lorenzin ha quindi avvertito che la dotazione medica degli Uffici di sanità marittima-aeroportuale (Usmaf), fondamentali per i primi controlli in relazione al virus Ebola, «è inadeguata. Sto quindi pensando a un'iniziativa normativa, ovvero a un emendamento alla Legge di Stabilità - ha annunciato - che garantisca un potenziamento degli Usmaf». Il ministero, ha aggiunto, sta inoltre «procedendo al riconoscimento dell'aeroporto di Pratica di Mare come aeroporto sanitario, al pari di Fiumicino e Malpensa, prevedendo la delega Usmaf ai medici militari».
L'Italia resta comunque, dal punto di vista organizzativo, in prima linea in Ue, tanto che l'Organizzazione mondiale della sanità, ha detto il ministro, «chiede di fare un accordo con il nostro governo per il dislocamento presso l'Ospedale Spallanzani di Roma» di eventuali casi di soggetti affetti da Ebola di rientro dai Paesi africani colpiti: «Sono infatti pochi - ha spiegato - i Paesi in grado di effettuare evacuazioni mediche in sicurezza, disponendo di aerei e strutture di isolamento adeguati».
Da Lorenzin, infine, una rassicurazione rispetto ai flussi migratori: «Ad oggi, la possibilità che da tale canale arrivino soggetti affetti da Ebola è estremamente bassa», ha detto.
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