KABUL. La coltivazione dei papaveri per la produzione di oppio in Afghanistan ha segnato un nuovo record quest'anno in termini di estensione con un totale di 224.000 ettari, il 7% in più rispetto al 2013: lo rende noto l'Onu in un rapporto che sottolinea inoltre il fallimento della campagna multimiliardaria americana per combattere queste attività. Nel 2002, un anno dopo la caduta del regime talebano, ricorda lo studio annuale sull'oppio pubblicato dall'Ufficio dell'Onu per le droghe e il crimine (Unodc), solo 74.000 ettari erano dedicati alle piantagioni di papaveri.
L'Afghanistan, con l'80% della produzione mondiale, si conferma così di gran lunga il principale fornitore di questa pianta, da cui si estrae la materia prima per la produzione di eroina. Nonostante la guerra degli Stati Uniti a queste coltivazioni, combattuta a colpi di miliardi di dollari, le piantagioni di papaveri da oppio hanno registrato un vero boom soprattutto nel sud del Paese, in parte controllato dai ribelli talebani. Secondo il rapporto, la produzione di oppio è stimata in 6.400 tonnellate nel 2014, il 17% in più rispetto al 2013, ma ancora inferiore alle 7.400 tonnellate prodotte nel 2007.
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