ROMA. Scoperto perché alcuni individui sopravvivono all'infezione del virus Ebola e altri no: uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine dimostra che sono molti i fattori in gioco e che cruciale sembra essere l'età del contagiato, ma anche la velocità, diversa da persona a persona, con cui il virus si moltiplica nell'organismo e quindi la concentrazione del virus nel sangue del paziente.
Condotto da John Schieffelin della Tulane University a New Orleans, lo studio mostra anche che la diarrea è tra tutti i sintomi uno dei più influenti sulle chance di un paziente di sopravvivere.
Lo studio, quindi, può aiutare i clinici alle prese con la gestione di questa terribile emergenza africana a orientare le proprie cure per esempio puntando più possibile sull'idratazione del paziente, per contrastare gli effetti potenzialmente letali della diarrea. Gli esperti hanno compiuto un'analisi senza precedenti in questa emergenza, partendo da 106 casi di Ebola diagnosticati tra maggio e luglio scorsi in Sierra Leone per arrivare all'analisi dettagliata di 44 di questi casi (per i quali si disponeva di una documentazione clinica completa).
È emerso ad esempio che la concentrazione di virus nel sangue al momento della diagnosi può fare la differenza nell'esito del paziente: vi è un rischio di morte relativamente basso, del 33%, per quei pazienti che presentano alla diagnosi meno di 100.000 copie del virus per millilitro di sangue, contro una mortalità elevatissima (94%) in quelli che alla diagnosi presentano una carica virale di 10 milioni di copie di virus per millilitro di sangue.
Come già noto lo studio conferma che l'età è un fattore importante con i giovani che hanno la meglio contro il virus più spesso di quanto accada agli over-45.
Infine tra tutti i sintomi quello più incidente sul rischio di morte è risultato essere sicuramente la diarrea, molto più delle emorragie.
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